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Migranti, per naufragio Libia si temono 150 morti. Msf: “Almeno 70 cadaveri in mare, anche bambini”

Il naufragio avvenuto al largo delle coste libiche ha causato la morte di almeno 70 persone, ma si teme che le vittime possano essere circa 150. Medici Senza Frontiere, che ha soccorso alcuni dei sopravvissuti, spiega che dei testimoni oculari hanno avvistato “almeno 70 cadaveri in acqua”. Tra le vittime ci sono anche donne e bambini.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il naufragio al largo delle coste libiche ha causato la morte di almeno 70 persone, fa sapere Medici Senza Frontiere. Nel pomeriggio è stata data la notizia che nel Mediterraneo centrale due barconi sono naufragati e i dispersi sarebbero circa 150, mentre 140 persone sono state soccorse e portate a terra. L’equipe di Msf ha soccorso al porto di Khoms i sopravvissuti del naufragio di oggi che ha causato almeno 70 morti e 100 dispersi. Secondo quanto riportano testimoni oculari – spiega ancora Msf – ci sono “almeno 70 cadaveri in acqua”. Ma si teme che le vittime possano essere più di 150. L'Unhcr sottolinea, inoltre, che tra le vittime ci sono molte donne e bambini.

Julien Raickman, capomissione di Msf in Libia, commenta: “La terribile notizia di questo nuovo, tragico naufragio, dimostra per l’ennesima volta l’altissimo costo umano dell’attuale situazione in Libia e della mancanza di un’adeguata capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Ci sono oltre 100 dispersi, di cui molti potrebbero essere annegati, stando alle prime testimonianze dei sopravvissuti visitati da MSF. I naufraghi sono stati soccorsi da pescatori e riportati a Khoms”.

L’equipe di Msf ha fornito cure medichea due gruppi di sopravvissuti, rispettivamente di 82 e 53 persone. Abbiamo dato prima assistenza e stabilizzato le condizioni più urgenti e abbiamo trasferito 7 persone in ospedale per cure mediche salvavita. I pazienti sono sotto shock e hanno sintomi da pre-annegamento, come ipossia e ipotermia”. Raickman prosegue: “Serve un’azione immediata per garantire un’efficace capacità di ricerca e soccorso in mare e l’evacuazione dalla Libia di tutte le persone che stanno cercando di fuggirne, solo così potremo prevenire ulteriori morti. Due giorni fa, 38 persone intercettate in mare dalla Guardia costiera libica sono state riportate nel centro di detenzione di Tajoura, lo stesso che solo tre settimane prima era stato attaccato da un bombardamento aereo che ha causato 60 morti e 70 feriti. Era una tragedia del tutto evitabile”.

Ora – conclude – siamo estremamente preoccupati per i sopravvissuti di questo naufragio. Non possono essere rinchiusi di nuovo in centri di detenzione dove le loro vite sono a rischio. Lo hanno ribadito di recente anche l’OIM, l’UNHCR e i leader Europei che si sono uniti all’appello di MSF per l’evacuazione immediata e urgente di tutti i rifugiati e migranti intrappolati nei centri di detenzione in Libia”.

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