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Mimmo Lucano a Riace: “Non ho nessun rancore o sete di vendetta, ho solo fatto il sindaco”

L’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, dopo il rientro a a casa, ha tenuto una conferenza stampa: “Non ho rancore e sete di vendetta. Non ho segni. Io ho cercato solo di fare il sindaco. In questa vicenda ho imparato molto. Ha due aspetti, quello giuridico e quello mediatico. Alcune parole sono state dette per denigrare, io sono un cittadino di questa terra”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace, dopo la revoca del divieto di dimora nel suo paese che lo ha tenuto lontano da casa per 11 mesi, ha tenuto questa mattina una conferenza stampa: "Non ho rancore e sete di vendetta. Non ho segni. Io ho cercato solo di fare il sindaco. In questa vicenda ho imparato molto. Ha due aspetti, quello giuridico e quello mediatico. Alcune parole sono state dette per denigrare, e sono le accuse sul piano morale quelle che fanno più male; c'è stato un tentativo di costruire fatti non veri, io sono un cittadino di questa terra".

E ancora: "Per ben 5 volte sono state fatte richieste di revoca delle mie misure cautelari e ogni volta sono state rigettate, tranne dalla Cassazione che già nei mesi scorsi si è pronunciata sull'assenza delle esigenze cautelari, annullando con rinvio il divieto di dimora".

La decisione di revocare il divieto di dimora l'ha presa il presidente del Tribunale di Locri Fulvio Accurso accogliendo l'istanza di presentata dagli avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua. La Procura avrebbe voluto però tenere Lucano ‘in esilio'. Il provvedimento era stato emesso dal Tribunale del riesame di Reggio Calabria come misura alternativa agli arresti domiciliari, in cui è stato costretto per 14 giorni, stabiliti nell'ambito dell'inchiesta Xenia della procura della Repubblica di Locri sui presunti illeciti nella gestione dell'accoglienza dei migranti, in cui è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

"Anche se non sono più sindaco – ha detto Lucano una volta appresa la notizia il 5 settembre -, dicono che sono una persona pericolosa. Lo è di più chi ha deciso, negli ultimi 14 mesi, di chiudere i porti. Oggi io sono tornato a casa. Ma anche Salvini".

Dopo questo lungo periodo di assenza da Riace ha potuto riabbracciare il padre, Roberto, 94 anni, insegnante, costretto a letto per via di una leucemia. Secondo l'anziano genitorie il caso giudiziario che ha coinvolto suo figlio "è una vergogna della giustizia italiana". Dopo aver riabbracciato il genitore, Mimmo ha fatto un giro del paese, dove è stato accolto calorosamente dai concittadini: "Io non so vivere in un altro modo. Se occuparsi di politica è reato, allora me ne dovranno contestare altri", ha aggiunto.

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