Meloni sente gli altri leader internazionali dopo l’attacco Usa in Iran: cosa si sono detti

Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con i principali leader internazionali per fare il punto sulla situazione in Iran dopo l'attacco degli Stati Uniti, che nella notte tra sabato e domenica (alle 2.00 italiane) hanno lanciato massicci raid aerei contro tre siti nucleari iraniani, tra cui quello di Fordow, considerato inespugnabile per via della profondità a cui è stato costruito sotto terra.
L'attacco americano fa temere per i possibili effetti devastanti che potrebbe avere in Medio Oriente, ma non solo. La paura di un conflitto globale, a seconda di quale sarà la risposta iraniana nelle prossime ore, e delle ricadute economiche se Teheran decidesse di chiudere lo stretto di Hormuz, attraverso cui passa circa il 20% del commercio petrolifero mondiale, impongono ai leader la massima cautela.
Quella di ieri per Meloni è stata una giornata di "numerosi contatti" con i principali partner internazionali, tra cui i leader europei Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Keir Starmer, ma anche il presidente di turno del G7, il canadese Mark Carney e i rappresentanti dei Paesi arabi, il saudita bin Salman, il presidente degli Emirati bin Zayed e l'emiro del Qatar al-Thani. L'obiettivo: lavorare per un de-escalation e per una rapida ripresa dei negoziati per evitare un ulteriore allargamento del conflitto.
In mattinata la premier ha riunito in videoconferenza tutti i ministri interessati e i servizi. Tra le priorità c'è salvaguardia dei nostri soldati localizzati nelle basi militari all'estero e l'attivazione di tutti i mezzi necessari per consentire ai nostri connazionali di lasciare le aree di crisi e fare rientro in Italia. I militari sarebbero in sicurezza ma l'allerta resta alta, come dimostra il potenziamento delle misure antiterrorismo. "I nostri non sono nel mirino, ma servono misure di protezione", ha detto il titolare della Difesa Guido Crosetto.
La proposta di Tajani: "Usa e Iran si vedano a Roma"
L'Italia non era stata avvisata dell'attacco americano, che pure, ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, "era nell'aria". Ieri il capo della Farnesina ha parlato col segretario di Stato americano Marco Rubio e ha cercato di mettersi in contatto con il ministro degli Esteri iraniano Araghchi, impegnato a Mosca. Dal ministro è partita una proposta nei confronti di Usa e Iran: "Vedetevi a Roma" per iniziare un dialogo di pace. "Prima delle bombe Washington e Teheran si erano già parlate due volte qui da noi. Possiamo tentare la terza", ha suggerito. L’importante è che" l’Iran e gli Stati Uniti ritornino al tavolo il prima possibile senza intermediari. Che il ministro Araghchi si faccia vivo con gli Usa. Nel frattempo, però, bisogna convincere Teheran a non rispondere, a non attaccare le basi americane, ad evitare reazioni inconsulte per scongiurare l’escalation. Va abbassato in tutti i modi il livello dello scontro", ha sottolineato.
Le telefonate di Meloni a Mattarella e Schlein
Dopo il vertice interno, Meloni ha sentito gli altri leader internazionali a cui ha ribadito la necessità di muoversi verso una soluzione politica della crisi. Poi, un punto telefonico con il capo dello Stato, Sergio Mattarella e anche con la segretaria el Partito democratico Elly Schlein. Al primo ha comunicato la linea italiana, che preme per un ritorno dell'Iran al tavolo delle trattative, mentre con la leader dem l'attenzione si è concentrata soprattutto sulla sicurezza degli italiani in Medio Oriente e sull'assicurare che l'Italia resti fuori dal conflitto. Richiesta condivisa anche dal presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. "Il Governo italiano dica con chiarezza che non parteciperà ad azioni militari, né consentirà che il nostro territorio possa essere utilizzato per fornire sostegno al conflitto", ha dichiarato.
Ad ogni modo i prossimi giorni saranno cruciali. Martedì e mercoledì la presidente del Consiglio sarà impegnata al vertice della Nato all'Aja, mentre nei due giorni successivi si terrà il Consiglio europeo. In vista del summit a Bruxelles, Meloni è attesa oggi pomeriggio e domani mattina per le comunicazioni a Camera e Senato, dove avrà modo di chiarire la posizione dell'Italia alla luce del nuovo scenario internazionale.