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Matteo Renzi: “Non mi occupo più del Pd, Zingaretti pensi all’altro Matteo e non a me”

“Non mi occupo più del Pd”, afferma l’ex segretario dem, Matteo Renzi, in un’intervista al Corriere della Sera. Eppure non risparmia un chiaro messaggio rivolto al suo successore, Nicola Zingaretti, ora alla guida del partito: “Si occupi dell’altro Matteo, non di me”. Renzi attacca anche il governo, definendolo in preda a una “crisi di nervi”.
A cura di Stefano Rizzuti
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In foto: Matteo Renzi.
In foto: Matteo Renzi.

Parla del governo, del Pd e del suo ruolo all’interno del partito il senatore dem, Matteo Renzi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Che parte con una premessa: “Non mi occupo più” del Pd, annuncia l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del partito. Eppure non risparmia un messaggio nei confronti dell’attuale segretario, Nicola Zingaretti: dovrebbe “occuparsi dell'altro Matteo, non di me. Non ho conti da regolare sul passato: i conti sul passato li ha regolati l'Istat quando ha mostrato che con le nostre leggi di bilancio l'Italia è cresciuta”. L'ex segretario dem non nasconde la soddisfazione per aver portato avanti un provvedimento che ha aiutato l'Italia a evitare la procedura d'infrazione: "Sono felice che la fatturazione elettronica – tanto criticata quando la proponemmo alla Leopolda – abbia salvato l' Italia dalla procedura di infrazione".

Si parte dalla crisi di governo, che per Renzi “più che una crisi di governo sembra una crisi di nervi”. Ciò che intende è che i due vicepresidenti del Consiglio “hanno preso in ostaggio un Paese con le loro bizze adolescenziali. Noi facevamo le riforme, questi si fanno i dispetti”. Restando sulle questioni relative al governo, il senatore del Pd si concentra sul caso dei presunti fondi russi alla Lega e sulla mozione di sfiducia che alcuni esponenti dem hanno chiesto di presentare contro il ministro dell’Interno e leader del Carroccio, Matteo Salvini: “Credo che se il ministro dell’Interno va in delegazione a Mosca con gente che chiede rubli ai russi e poi si rifiuta di venire in Parlamento l'opposizione abbia il dovere – non il diritto – di fare una mozione di sfiducia”.

Non aver già chiesto la mozione di sfiducia è, secondo Renzi, un errore: “Aver perso l’attimo per formalizzare la sfiducia a me è sembrato stravagante”. Poi risponde a chi sostiene che facendolo si porta al risultato di compattare la maggioranza: “Non capisce che Lega e Cinque Stelle si compattano per le poltrone non per noi”. Il senatore dem attacca anche il Pd nazionale, considerando un “errore” il fatto che sfiducino il segretario regionale del partito in Sicilia Davide Faraone e non Salvini: “Io conosco Faraone, so che è una roccia e che continueremo a lavorare insieme”.

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