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M5s, espulsi due parlamentari per le mancate restituzioni: Frate e Ciampolillo sono fuori

Flora Frate, deputata, e Lello Ciampolillo, senatore, sono stati espulsi dal Movimento 5 Stelle dopo l’apertura delle istruttorie nei loro confronti per il caso delle mancate restituzioni. Frate ha confermato la sua espulsione attraverso un lungo post su Facebook. Insieme a loro espulsi anche quattro deputati che, però, avevano già lasciato il Movimento.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le tanto attese espulsioni del Movimento 5 Stelle per il caso delle mancate restituzioni sono arrivate. E riguardano, però, solo due parlamentari. Si tratta di Flora Frate e Lello Ciampolillo: la prima deputata, il secondo senatore. Per quanto riguarda Frate, deputata campana eletta alle politiche del 2018 per la prima volta, la conferma è arrivata attraverso un suo lungo post su Facebook. Per Ciampolillo, senatore pugliese alla sua seconda legislatura, la conferma (anche se non ufficiale) era arrivata già ieri sera. A loro due si aggiungono altri quattro espulsi che, però, avevano già lasciato il Movimento: si tratta di Nadia Aprile e Michele Nitti che erano usciti il 21 gennaio, di Santi Cappellani che aveva annunciato l'addio già a inizio mese e di Massimiliano De Toma che subito dopo lo aveva seguito insieme a Rachele Silvestri.

A confermare per prima la notifica del provvedimento, quindi, è proprio Flora Frate con un lungo post su Facebook:

Da poco mi è stata comunicata l’espulsione dal Movimento 5 Stelle. Proprio oggi. Ne prendo atto e mi spiace. Per loro, si intende.

Da quando ho iniziato il mandato parlamentare ho sempre, con incessante ed infaticabile lealtà, lavorato nell’interesse del Gruppo e del Governo. Sempre, anche quando, per disciplina di partito, ho dovuto sostenere scelte e misure legislative che ritenevo sbagliate, parziali o ingiuste. Ma l’ho fatto con quel senso di appartenenza che si deve alla propria comunità politica, a differenza di alcuni colleghi che tante volte non hanno votato la fiducia, che si sono strategicamente assentati dall’Aula e non di rado votato in difformità, senza però essere mai messi in discussione. Dall’uno vale uno a due pesi e due misure, il passo è davvero breve.

Non ho mai nascosto le mie perplessità, perché è così che si fa nei partiti realmente democratici. Si discute, ci si confronta, si fa anche conflitto dialettico con l’ambizione di costruire rapporti di forza. Politica, in buona sostanza.

Trovo disgustoso che, tra le motivazioni a sostegno del provvedimento di espulsione, si annoverino mie presunte assenze. E non solo per una specifica condizione di diritto che mi consente di fruirne, ma, ancor di più, per la totale mancanza di rispetto del nostro lavoro

Un parlamentare non è un dipendente del partito, ma rappresenta la Nazione intera. Il nostro dovere è quello di non perdere il contatto coi territori, non abbandonare la gente, irrobustire il confronto e sperimentare ostinatamente la ricerca della sintesi. Qualcuno, invece, ritiene che si debba starsene rintanati negli uffici romani. E gli effetti si vedono.

Frate, però, non fa alcun riferimento alle mancate restituzioni, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso portando all’apertura delle istruttorie da parte dei probiviri e alle conseguenti espulsioni. Frate scrive ancora: "C’ho provato a fare la differenza, ce l’ho messa davvero tutta, anche sopportando pesanti aggressioni verbali. Solo pochi giorni fa ho espresso le mie idee in vista degli Stati Generali, auspicando un confronto autentico ed inclusivo. Mi sono sbagliata. Evidentemente, alcune decisioni sono già prese e non si vuole ascoltare chi ha una posizione alternativa. Devo al M5S un atto di fiducia nei miei confronti, che io ho provato a ricambiare portando nel Movimento proposte, contributi, argomenti, sensibilità. Ma questo, mi pare palese, non è servito ad essere considerata una risorsa; si preferisce, credo, un esercito di silenti esecutori. Va bene così”.

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