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L’Ue dice che il Pil italiano crescerà più di Francia e Germania nel 2023, ma poi rallenterà

La Commissione europea ha diffuso le nuove stime di crescita per l’Ue: il Pil dell’Italia salirà dell’1,2% nel 2023, più di quanto previsto negli scorsi mesi. Per il 2024, però, potrebbe esserci una brusca frenata.
A cura di Luca Pons
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Le stime di crescita del'Unione europea per l'Italia migliorano per quest'anno: con le nuove previsioni di primavera, diffuse oggi, la Commissione europea ha stimato che il Pil italiano crescerà dell'1,2% nel 2023. Una cifra più alta di quella stimata in inverno (+0,8%). Il leggero rialzo si estende anche al 2024, con un aumento all'1,1% rispetto al precedente 1%.

"Le nuove previsioni della Commissione sono più ottimistiche del previsto. L'economia europea ha evitato la recessione e dovrebbe continuare a crescere", ha commentato il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, presentando i dati. A causare la ripresa contribuiscono "il calo dei prezzi dell'energia e un mercato del lavoro solido, mentre le condizioni finanziarie si sono irrigidite". L'Italia, secondo le previsioni, avrà "la crescita più alta fra le tre maggiori economie europee" nel 2023, ha osservato Gentiloni: per la Germania il dato si ferma allo 0,2%, per la Francia allo 0,7%.

Nel 2024 Italia ultima in classifica per la crescita del Pil

Le cose si invertiranno, però, nel 2024. Per l'anno prossimo, infatti, la stima europea (1,1%) è più bassa di quella fatta dal governo Meloni (1,4%). È anche il dato più basso in Europa, insieme alla Svezia. Sia la Germania che la Francia, invece, saliranno all'1,4%.

"Ciò dipende dal fatto che alcuni elementi di politica espansiva che il governo considera non sono ancora definiti e quindi non possiamo tenerne conto: noi inoltre prevediamo un livello di investimenti meno favorevole", ha spiegato Gentiloni. Ma "complessivamente non possiamo dare una connotazione negativa a queste previsioni incoraggianti".

L'inflazione ritornerà ‘normale' solo tra due anni, l'occupazione sale lentamente

Nel 2023 dovrebbe anche scendere decisamente il rapporto tra debito pubblico e Pil: oltre quattro punti in meno, dal 144,4% al 140,3%. Il deficit, cioè il negativo di bilancio in un singolo anno, dovrebbe essere al 4,5% del Pil nel 2023 e al 3,7% nel 2024, sostanzialmente in linea con le previsioni del governo.

Importanti anche le stime sull'inflazione. Lo scorso anno i prezzi hanno avuto un'accelerazione che non si vedeva da circa quarant'anni, e ancora adesso il ritmo sta scendendo piuttosto lentamente, mentre ad aprile l'inflazione è addirittura tornata a salire. La Commissione europea ha previsto che quest'anno i prezzi non tornino a un andamento normale (di solito il 2% circa, nelle stime della Banca centrale europea): nel 2023 l'inflazione sarà al 6,1%, meglio dell'8,7% dello scorso anno ma comunque tra i dati più alti della zona Euro.

In Francia infatti dovrebbe andare al 5,5%, nei Paesi Bassi al 4,9%, in Spagna al 4%. Resterà invece ancora maggiore in Germania, con il 6,8%. La stima è che l'inflazione si avvicini alla normalità nel 2024 – con il 2,9% in Italia, 2,7% in Germania e Spagna, 2,5% in Francia – per poi rientrare definitivamente nei binari negli anni successivi.

Infine, ci sono anche le stime sul mondo del lavoro. La disoccupazione, in particolare, dovrebbe scendere di poco ma in modo costante. Era al 9,5% nel 2021, all'8,1% nel 2022, e la Commissione si aspetta che prosegua questo andamento: al 7,8% nel 2023, al 7,7% nel 2024. L'occupazione a sua volta dovrebbe leggermente aumentare: nel 2022 il dato è stato del +1,7%, quest'anno potrebbe crescere ancora di mezzo punto e poi rallentare nel 2024 con un +0,1%. Insomma, la fase di ripresa post-pandemia dovrebbe esaurirsi nel giro di un anno circa.

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