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Liliana Segre sotto scorta: viviamo in un mondo al contrario

Liliana Segre costretta alla scorta per le minacce e gli insulti ricevuti. Perché viviamo in un mondo al contrario, dove i buoni devono essere messi sotto scorta, e i cattivi comandano e sono i responsabili del clima di intolleranza che ha portato una donna di 89 anni, espulsa dalla scuola a 8 anni, e poi a 13 anni deportata ad Auschwitz, a vivere oggi sotto scorta.
A cura di Saverio Tommasi
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Liliana Segre
Liliana Segre

Liliana Segre, una donna di 89 anni, espulsa dalla scuola a 8 anni, poi a 13 anni deportata nel campo di concentramento di Auschwitz,  oggi è sotto scorta per le minacce e gli insulti ricevuti dai nostalgici di quel periodo là.

Il mondo necessario sarebbe quello in cui nessuno ha bisogno della scorta, perché nessuno minaccia, offende, uccide.
Il mondo necessario sarebbe quello in cui uno scende in strada e chiede "scusi, lei sa cos'è una scorta? Ho sentito questa parola pronunciata in un vecchio programma tv". Oppure riesuma un vocabolario in soffitta, per trovarne il significato sepolto dal tempo e dalle cose giuste.
Poi, ci sarebbero le vie di mezzo. Non sarebbe il mondo migliore, ma per un breve periodo potremmo accontentarci anche di un mondo in cui la scorta si è costretti a darla a farabutti e delinquenti, rincorsi con i pugni chiusi dalle persone per bene che non ne possono più di furbetti e ladri. Ladri grandi, eh, mica il ladro di polli; che quello, in un mondo giusto, dovrebbe spezzare il pane con il padrone.
Ad esempio non sarebbe male, per un breve periodo, dover dare la scorta ai capi di fabbriche che inquinano così tanto che lì vicino i bambini nascono con i tumori, pensate un po': la gente per bene si indigna, si indignano anche i lavoratori, che poi vanno a cercarli sotto casa, e fra urla e grida lo Stato ha bisogno di dare la scorta ai responsabili della distruzione di un territorio e quattro generazioni.
E poi anche una scorta per i capi di partito che hanno rubato 49 milioni di euro, e pure per quelli che hanno votato le guerre e gli accordi con la Libia, praticamente un intero arco parlamentare. Insomma, in un mondo migliore di questo, l'odio ben diretto – "l'odio è solo l'amore in una situazione anomala", diceva Umberto Eco – non sarebbe poi così male. Non sarebbe male che la scorta dovessero darla ai criminali perché i buoni (o i buonisti, se preferite), si incazzano.
Invece, noi, viviamo nel peggiore dei mondi possibili. Comandano i cattivi, come nella prima parte di ogni favola di Esopo, e vengono odiati i portatori di speranza, che finiscono sotto scorta. La gente nel mondo d'oggi mica odia i criminali, la gente disprezza i pezzi migliori dell'umanità, in questo mondo al contrario che abbiamo creato.
Così oggi la scorta si è costretta a darla ai giusti, pensate un po', ai fragili e ai coraggiosi, tanta è la forza bruta di quelli che stanno dall'altra parte, che pure non valgono neanche l'unghia del dito mignolo di quelli che minacciano.

Un abbraccio a Liliana Segre, coraggiosa e bellissima. Soprattutto, buona. (Iniziamo almeno a riprenderci gli aggettivi qualificativi, se per rincorrere i delinquenti con i forconi è ancora troppo presto).

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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