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Caso Fiorito

Le spese allegre di Fiorito: dalla Jeep per la neve alla caldaia per la villa

Sono 193 i bonifici, per 1,3 milioni di euro, finiti sui conti dell’ex capogruppo Pdl arrestato oggi per peculato. Lo si legge nell’ordinanza con cui il Gip ha convalidato il suo arresto. Er Batman avrebbe acquistato di tutto, anche il riscaldamento per la sua villa sul Circeo.
A cura di Biagio Chiariello
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Caso Fiorito

L'avvocato Carlo Taormina è convinto che il suo cliente Francone Fiorito non dovesse finire in carcere per aver sottratto, secondo l'ipotesi accusatoria, almeno 1,3 milioni di euro dai fondi del partito di cui era capogruppo alla Regione Lazio. Denaro pubblico che Er Batman ha trasferito su altri suoi conti in Italia e all'estero attraverso 193 bonifici. In realtà, Fiorito avrebbe movimentato in totale, in due anni, qualcosa come 6 milioni di euro. Di questa cifra, 4 milioni sarebbero di soli bonifici. Dove sono finiti questi soldi non è ancora chiaro, ma in ogni caso gli accertamenti degli investigatori hanno riguardato tutta la rete di finanziamenti attivati dall'ex tesoriere, attraverso i segretari del gruppo "azzurro" alla Pisana di Roma, Pierluigi Boschi e Bruno Galassi, anche loro indagati per peculato. E non è escluso che l'inchiesta della Procura capitolina potrebbe ben presto estendersi anche ad altri consiglieri regionali del Lazio.

LA JEEP E LA CALDAIA – Ora però cerca di fare chiarezza sul magna-magna di Fiorito. Si scopre che, nell’ordinanza con cui il gip ha convalidato la richiesta di custodia cautelare dietro le sbarre di Regina Coeli, tra le spese effettuate da Fiorito con i fondi del gruppo Pdl, ci sono anche un caldaia per la villa al Circeo e una Jeep acquistata durante l'emergenza neve a Roma. Quest'ultima pagata qualcosa come 35mila euro nei giorni in cui nella Capitale era prevista la storica nevicata. A proposito delle spese pazze de Er Federale de Anagni, nelle ultime settimana abbiamo parlato del passaggio del SUV Bmw e di una Smart dal gruppo Pdl alla Regione Lazio a Franco Fiorito. Ora, nell'ordinanza si legge pure che quell'acquisto è stato definito dagli inquirenti come «vendita singolare». Nell'operazione, infatti, l'ex capogruppo risulta sia venditore che acquirente, dopo le dimissione del luglio scorso. Ma le due automobili furono comprate proprio da Fiorito quando era invece capogruppo. In tal senso, è già stata avviata una azione giudiziale per la restituzione dei due mezzi.

LE FATTURE NEL TRITACARNE – E ancora, nell'ordinanza di custodia cautelare si legge che «frammenti di fatture destinate al gruppo consiliare del Pdl sono stati ritrovati nel tritacarte e nella pattumiera dell'abitazione» di Fiorito. Dunque Fiorito, che disponeva «liberamente della documentazione che custodiva – scrive il Gip – avrebbe di fatto manipolato o distrutto parte della stessa». Tale aspetto per per il giudice «merita una disamina perché costituisce la "pistola fumante" del comportamento mistificatorio dell'indagato e della specificazione di inquinamento probatorio posta in essere».  La documentazione, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, ha come oggetto «cravatte di seta, sciarpe in lana-seta e portadocumenti in pelle».

TRIPLA INDENNITA' – Non è tutto. Negli interrogatori davanti ai pm Fiorito affermava di attribuirsi una "tripla quota' di indennità: «mi attribuivo mensilmente una quota di 4.190 euro per la mia carica di consigliere e di 8.390 euro per le due cariche di presidente di commissione e di capogruppo».  In virtù di questa «prassi – aveva detto Fiorito nell'interrogatorio – che non tutti i componenti del mio gruppo consiliare erano a conoscenza» Fiorito percepiva 300mila euro l'anno, oltre lo stipendio, perché capogruppo e presidente commissione. Gli investigatori hanno però accertato che, secondo la legge regionale 19 del 1995, Er Batman non aveva diritto a percepire quei soldi.

DOSSIER CONTRO I NEMICI DEL PDL ALLA REGIONE LAZIO – Secondo il gip, l'ex capogruppo del Pdl ha utilizzato, in particolare, alcune fatture per «formare dossier riguardanti i suoi più diretti avversari politici nell'ambito del gruppo consiliare e consegnarli agli organi di informazione». In altre parole «Fiorito o i suoi correi hanno alterato la fattura regolarmente saldata e l'hanno consegnata alla stampa per avviare la campagna di fango» in una sorta di faida interna al Pdl. In tal senso, vanno menzionato le fatture falsificate da Fiorito – da terzi a lui vicini – fatte passare per spese sostenute dal suo arcinemico, l'ex capogruppo Pdl alla Regione Battistoni

FIORITO E' DISPIACIUTO – Tuttavia Fiorito si dice «dispiaciuto e sorpreso dal provvedimento». Così ha parlato Enrico Pavia, l'altro legale d'Er Batman, commentando l'arresto del suo legale. Fiorito è stato poi contattato dall'Ansa, all'agenzia ha ribadito la sua estraneità: «Urlo forte la mia innocenza. Su cosa punterò per difendermi? Sulla verità». Ha detto di essere un uomo forte, coraggioso e sopratutto innocente. «E poi in carcere – ha aggiunto – non credo che troverò gente peggiore di quella che ho frequentato in regione e nel partito».

Il lavoro degli investigatori sul caso Fiorito continua. Di quei sei milioni movimentati negli ultimi due anni gli inquirenti si stanno concentrando in primo luogo sui 2,6 milioni euro in bonifici diretti a terzi e su altri due milioni fuoriusciti dai conti attraverso assegni, contanti e carte di credito. Ricordiamo che Er Batman è indagato per peculato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alle dimissioni del Presidente della Regione Lazio Renata Polverini; mentre ieri Fiorito è stato iscritto il 1° ottobre nel registro degli indagati anche dalla procura di Viterbo con l'ipotesi di reato di calunnia e falso.

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