308 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Caso Fiorito

Le spese di Fiorito: analisi del magna-magna alla Regione Lazio

I bonifici, le vacanze, i suv, lo champagne e le ostriche, le cene al “Covo del Brigante” e a “Lo schiaffo” di Anagni. Quella di Franco Bechis è una interessante analisi del denaro speso da Er Batman per lui ei suoi consiglieri alla Pisana.
A cura di Biagio Chiariello
308 CONDIVISIONI
Le spese di Fiorito: analisi del magna-magna alla Regione Lazio
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su
Caso Fiorito

Chiunque voglia aprire un conto corrente si pone prima di tutto il problema di quante spese dovrà sobbarcarsi per questa decisione. Non Franco Fiorito, l'ex capogruppo e tesoriere e del Pdl alla regione Lazio, protagonista principale, secondo gli inquirenti, del "magna magna" alla Pisana di Roma e indagato per peculato. Lui di conti ne aveva ben otto, quattro in Italia (Unicredit di Anagni, Banca popolare del Lazio di Anagni, Mps di Roma e Deutsche bank di Roma) e quattro in Spagna. Dalle casse del Pdl verso la sua tesoreria, Er Batman avrebbe trasferito non meno 753mila euro. 108 sono gli auto-bonifici sui quali si è concentrata l'attenzione dei pm in questi giorni. Le causali per questi "rimborsi"? Generiche al massimo, quindi complicate da interpretare. Eppure ce ne era una che Fiorito prediligeva: quella prevista dalla legge per i rapporti fra consiglieri e propri elettori, tanto che era diventata l'intestazione di uno dei suoi conti alla Regione Lazio. Con questo danaro pubblico "er federale de Anagni" (come ama essere chiamato dagli amici) ha emesso assegni per 800mila euro e bonifici per 1,5 milioni a ignoti. Poi si è dato alla bella vita: vacanze a 5 stelle, gioielli, cene. Ma non solo. Questa è l'ipotesi accusatoria della Procura di Roma nei confronti di Francone Fiorito.

Fiorito naturalmente nega tutto, dice che alla Pisana facevano tutti così, era un meccanismo consolidato. Anzi era «il regolamento» che lo permetteva, afferma il suo legale Carlo Taormina. Francone si è autodefinito un «capro espiatorio» che firmava delibere per altri, come il già noto Carlo de Romanis col suo toga party da 50mila euro, e Veronica Cappellaro col suo book fotografico da poco più di mille euro. Poi c'è lo champagne e le ostriche dei consiglieri pidiellini Miele e Bernardo. Ma tra i nomi fatti da Fiorito nel corso dell'interrogatorio c'è anche quello del suo grande accusatore Franco Battistoni, così come Stefano Galetto, Chiara Colosimo (nuovo capogruppo Pdl alla Romana), Romolo Del Balzo. Insomma, tutti corrotti alla Pisana di Roma? Chissà. In realtà l’inchiesta del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del sostituto Alberto Pioletti, vede un unico e solo sospettato. Si chiama Franco Fiorito.

Una interessante analisi del denaro sperperato da er Batman coi fondi del PdL (e dei contribuenti) ce la propone oggi Libero Quotidiano, che è venuto in possesso della distinta bancaria del conto Unicredit del gruppo "azzurro" della Regione Lazio. Nel suo articolo Franco Bechis non si sofferma solo sulle spese più ingenti e ormai note del nostro (Bmw, Smart, vacanze in Sardegna, immobili e ville abusive sul Circeo), ma anche su quelle, per così dire, meno significative. E così scopriamo che grazie a bonifici, carte di credito e bancomat, Fiorito «ha acquistato gioielli (anche qualcosina di Gucci), fatto ogni settimana il pieno di benzina per le sue auto, comprato penne Montblanc, speso fortune in negozi di telefonia, mangiato ovunque a spese del partito», si legge su Libero.

Questa l'infografica elaborata da Libero sulle "spese del magna magna" laziale:

infografica-libero-fiorito

Nella lista delle spese emergono numerosi conti al ristorante. «Sono certamente di Fiorito quelle al ristorante "Lo schiaffo" di Anagni (150 euro) o al "Covo del brigante" (curiosa eco di tangentopoli, quando molti indagati a Roma frequentavano "I due ladroni") di Frosinone: 550 euro». Ci sono anche gli 8.800 euro della "cena sociale" di Veronica Cappellaro al "bar Martini". E sempre quest'ultima avrà consumato il pranzo al ristorante "da Celestina" ai Parioli. Ma come scrive Bechis «il bancomat del Pdl ha acquistato pure suppellettili per bagni e cucine, rimborsato affitti personali di casa, pagato hotel e vacanze sempre». Ed ecco infatti spuntare tra le voci anche quelle ai resort in Sardegna tra il 24 e il 31 agosto 2010 per una somma di quasi trenta mila euro. E ancora, «spese grosse, quelle per i fornitori. Cifre consistenti nei due anni sono andati all’Unione rugby pontina (bonifici da 10 mila e 25 euro alla volta). O alla Majakovskij comunicazione, la società preferita per le pr del gruppo. Valanghe di soldi sono finiti nelle casse delle tv locali del reatino. C’è addirittura una fattura da 12.140,2 euro pagata alla società I Borghi srl di Roma perché aveva organizzato un grande evento del Pdl il 5 dicembre 2010».

Tutti bisogni indispensabili, come ha spiegato Fiorito riferendosi alla Bmw («Lo so, avevo diritto all'auto blu, ma non mi bastava. Avevo bisogno di questo Suv»). E alla fine il "magna magna" romano è venuta a galla.

308 CONDIVISIONI
Caso Fiorito
18 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views