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Le Regioni non sono tutte d’accordo sull’ipotesi del modello Austria per fermare i contagi

All’interno della Conferenza delle Regioni ci sarebbe accordo sul fatto che i vaccinati non debbano pagare il prezzo delle chiusure, ma non sulla ricetta su come metterlo in pratica. E in particolare, alcuni governatori come Zaia o Acquaroli sarebbero totalmente contrari al modello austriaco.
A cura di Annalisa Girardi
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La Conferenza delle Regioni ha chiesto un incontro urgente con il governo per discutere di come affrontare la nuova impennata della curva dei contagi. La proposta sul tavolo, che va da un Green pass rafforzato per i vaccinati alle restrizioni delle zone rosse e arancioni in vigore solo per i non vaccinati, ha già trovato il favore di alcuni rappresentati del governo, mentre altri continuano a sottolineare che si tratti di misure troppo drastiche, che non sono giustificate dai numeri dell'epidemia nel nostro Paese. In realtà, anche all'interno della Conferenza delle Regioni non tutti sarebbero d'accordo.

"Stante il nostro modello costituzionale italiano pensare ad un lockdown per i non vaccinati non si riesce, se poi qualcuno ne è convinto lo può fare ma penso che per un fatto pratico e giuridico sia un'avventura che non si potrà concretizzare", ha commentato il governatore del Veneto, Luca Zaia, durante il consueto punto stampa sull'andamento dei contagi. Che ha detto che ieri in Conferenza delle Regioni non si sarebbe parlato del modello austriaco, ma piuttosto di come "evitare di chiudere e fare il lockdonw". Zaia ha comunque aperto alla possibilità di avere misure diverse in base allo status vaccinale: "È possibile che si valuti la differenziazione della ricadute di queste misure a seconda dello stato vaccinale, ma ad oggi non c'è nessuna decisione", ha precisato.

Zaia non è l'unico governatore non convinto dall'idea avanzata in primis dal presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga, che ha sottolineato come non sia giusto che chi si è vaccinato debba ora pagare il prezzo delle chiusure. Ad avere riserve è anche Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche. Dicendosi contrario a una stretta esclusivamente per i non vaccinati, il governatore ha sottolineato che "quest'anno, anche se c'è una recrudescenza del virus, la situazione è diversa rispetto all'anno scorso". Un fatto che, secondo Acquaroli, deve essere tenuto in considerazione. Su chi non si è ancora vaccinato, nelle Marche è il 15% della popolazione, "aprire uno scontro, alzare muri non mi sembra il modo migliore per convincerli a vaccinarsi né per affrontare la pandemia".

È intervenuto nel dibattito anche il governatore del Piemonte, Alberto Cirio. Che a SkyTg24 ha detto: "Nella conferenza delle regioni la riflessione sul fatto che chi si è vaccinato non possa subire gli effetti di un nuovo lockdown è condivisa. Oggi il presidente Fedriga avvierà le interlocuzioni necessarie per avare un confronto con il premier Draghi. Il presidente della Regione Marche – aggiunge – ha espresso una posizione diversa dal ‘sentiment' prevalente, la ricetta non c'è e non è condivisa. È una decisione da fare con il governo. Parlando di libertà personale è necessario che il Parlamento esprima le sue sensibilità perché sono ragionamenti da fare con grande equilibrio e con grande cautela, che si vorrebbero evitare, ma la vita viene prima".

In altre parole, secondo Cirio, la riflessione sul fatto che su chi si è vaccinato non possano pesare le restrizioni sarebbe condivisa all'interno della Conferenza delle Regioni, mentre la ricetta su come attuarla non ci sarebbe ancora. Ad ogni modo, andrebbe condivisa con il governo e con il Parlamento.

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