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Le fotocopie del Senato ci costano 60 mila euro al mese

Il Senato ha pubblicato un bando di gara per appaltare “il centro di riproduzione digitale”. Pronti 3 milioni e mezzo per 5 anni. Ma era davvero necessaria una spesa del genere?
A cura di Alfonso Biondi
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Il Presidente del Senato Renato Schifani

Sul sito del Senato della Repubblica è apparso di recente un bando di gara per appaltare il "centro di riproduzione digitale"; parole che, depurate dal burocratese, significano stampanti, fotocopiatrici, fotocopie, toner e inchiostro. Si tratta di un appalto abbastanza goloso. La spesa prevista? "Appena" 3 milioni e mezzo di euro in 5 anni, ovvero 700 mila euro all'anno, ovvero 58 mila euro al mese. Il bando "relativo alla procedura ristretta per l’affidamento in appalto del servizio di centro riproduzione digitale per il Senato della Repubblica, della fornitura in noleggio di macchine digitali da ufficio multifunzione e relativa manutenzione e assistenza" è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 30 aprile, manco a farlo apposta proprio nei giorni in cui molti si riempivano la bocca di parole incoraggianti sulla spending review.

Fotocopie, che passione- Quella stanziata per le fotocopie sembra davvero una bella sommetta. I consumi di un senatore relativi alle attività oggetto del bando sono stati quantificati in 10 euro giornalieri. Ma non sarà un po' troppo? Non sarebbe meglio far viaggiare i documenti via web? Non si risparmierebbero così valanghe di quattrini? Domande che a Palazzo Madama sembrano non essersi posti. Lì stampare caterve di documenti piace e come. E lo confermano i quantitativi di fotocopie menzionati proprio nel bando, che chiarisce che l'appalto ha ad oggetto "la produzione di un numero annuo di base di 20 milioni di pagine in bianco e nero", "la produzione di un numero base annuo di 1 milione di pagine a colori" e, infine, "il noleggio di 200 macchine digitali da ufficio multifunzione". Per quanto riguarda le fotocopie, sia in bianco e nero che a colori, si parla di un numero base.

Solo l'ennesimo spreco- Ma in tempi d'austerità quello delle fotocopie è solo l'ultimo di una lunga serie di sprechi. Ad aprile è stato pubblicato un bando per la polizza assicurativa per senatori, dipendenti, beni mobili e immobili del Senato del valore di 6 milioni e 350mila euro. Durata dell'appalto: 3 anni. E che dire dei 950mila euro che andranno a chi gestirà la fornitura di agende da tavolo e tascabili per i dipendenti di Palazzo Madama? Si tratta di 22 mila pezzi in quattro formati diversi, ovviamente tutti in vera pelle.

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