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La trattativa della Lega con Draghi: vota a favore del Green Pass per non uscire dal governo

La Lega ha ottenuto dal governo l’approvazione di sei punti all’ordine del giorno in cambio del voto favorevole al decreto Green Pass. “Abbiamo trattato due giorni per ottenere questo, penso sia il massimo ottenibile” ha scritto il deputato Claudio Borghi su Twitter aggiungendo di mettersi “al lavoro per nuove e migliori maggioranze future. Le deciderete voi con il voto”.
A cura di Giuseppe Pastore
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Il voto al decreto Green Pass non archivia le tensioni interne alla maggioranza. Il governo Draghi fa i conti con la Lega e con le posizioni di un partito che prima ha votato con l'opposizione e poi ha approvato il provvedimento sulla certificazione verde senza nessuna modifica al testo originario, ma ottenendo in cambio dal governo l'approvazione di sei punti all'ordine del giorno. Gli impegni che il partito di Matteo Salvini ha strappato all'esecutivo sono: cercare le risorse economiche per offrire tamponi a prezzo simbolico a minorenni disabili e fragili, valutare la possibilità di rilasciare il Green Pass anche dopo un test salivare, aumentare a dodici mesi la validità del passaporto vaccinale per i guariti, estendere a 72 ore la validità del test monoclonale, offrire maggiori tutele ai lavoratori in quarantena e prevedere indennizzi (che esistono già) a chi ha subìto dei danni a causa del vaccino.

Sì al Green pass, Borghi: alternativa uscire dal governo

Si tratta di proposte analoghe ad alcuni degli emendamenti al dl Green Pass discussi ieri in aula, ma respinti dalla Camera. Agli ordini del giorno approvati si aggiunge anche quello, presentato da Fratelli d'Italia e sostenuto dalla Lega, che propone di rinviare la notifica delle cartelle esattoriali alla fine dello stato di emergenza e quindi all'inizio del 2022. Per il deputato Claudio Borghi si tratta di una vittoria perché l'alternativa sarebbe stata "votare sempre contro e quindi uscire dal governo, decisione questa che non spetta a me", ha scritto su Twitter. "Qualcuno domanda il perché del voto finale a favore. Abbiamo votato contro i singoli punti e abbiamo trattato due giorni per ottenere questo. Penso sia il massimo ottenibile".

La giornata di ieri è il risultato di una trattativa tra Matteo Salvini e il governo che potrebbe continuare nelle prossime settimane per evitare che le tensioni nella maggioranza diventino fratture. Lo suggerisce la cautela con cui Draghi sta procedendo sull'estensione del Green Pass, passando da un'accelerata estiva per l'applicazione a dipendenti pubblici e privati alla strada della gradualità. "Ho parlato con Draghi – ha detto nelle scorse ore Matteo Salvini – non è prevista un'estensione del Green Pass ai lavoratori". Il decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri, infatti, estende il passaporto vaccinale al solo personale esterno della scuola (non agli studenti) e dell'università e ai lavoratori delle Rsa. L'obbligo per dipendenti pubblici e lavoratori nei luoghi in cui è già richiesta la certificazione verde, invece, potrebbe arrivare nelle prossime settimane.

Al lavoro per maggioranze future

La strada intrapresa dalla Lega, con il voto favorevole al decreto Green Pass senza modifiche al testo, potrebbe creare malumori anche nello stesso partito. L'indicazione di esprimersi a favore del provvedimento sarebbe arrivata ai deputati già nella mattinata, ma al momento del voto sono stati solo 45 i deputati del Carroccio presenti e che hanno votato a favore. Sono assenze che potrebbero suggerire il dissenso interno a un partito di maggioranza che negli ultimi due giorni ha supportato l'opposizione: "Rivendico – ha detto Borghi in aula – il lavoro fatto bene con Fratelli d’Italia, perché è opportuno che, in questi casi, in questo Parlamento, ci siano argomenti che passino oltre le maggioranze momentanee di Governo". Momentanee perché, probabilmente, si lavora già per il post amministrative: "Mettiamoci al lavoro per nuove e migliori maggioranze future – scrive il deputato leghista su Facebook – Le deciderete voi con il voto".

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