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La polizia contro Salvini: “Ha promesso di pagare gli straordinari ma non ci sono i soldi”

Il sindacato italiano dei lavoratori di polizia, Silp Cgil, attacca l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha più volte promesso di pagare gli straordinari arretrati al personale della polizia di Stato. Un pagamento mai avvenuto e che, per ora, secondo quanto scoperto in questi giorni, non avverrà: dal Viminale hanno fatto sapere che non ci sono le risorse.
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A cura di Stefano Rizzuti
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Matteo Salvini alle celebrazioni per il 167esimo anniversario della fondazione della Polizia
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Tante promesse e pochi fatti. La denuncia del sindacato italiano dei lavoratori di polizia, Silp Cgil, nei confronti dell’ormai ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è dura. E nasce da una delle promesse non mantenute dal leader leghista, che aveva garantito il pagamento degli straordinari del 2018 e del 2019 per i poliziotti italiani. Un pagamento che non c’è mai stato e che, secondo quanto emerge ora, non può essere effettuato perché il Viminale non ha le risorse economiche necessarie per coprire le spese. Quello di Salvini, è la denuncia del sindacato, è stato un “bluff”: “Ecco i documenti che certificano il bluff del Viminale targato Matteo Salvini”, scrive su Twitter la Silp Cgil. Che pubblica una lettera del ministero dell’Interno, inviata alla stessa confederazione di lavoratori il 5 settembre, in cui si “certifica l’assenza di risorse per gli straordinari relativa al 2018 e al 2019”.

La lettera del sindacato al Viminale

Nasce tutto dalla lettera inviata dal segretario nazionale del sindacato, Mario Roselli, risalente al 26 giugno. L’oggetto di quella missiva era eloquente: “Prestazioni di lavoro straordinario rese nel periodo 2018-2019 da parte del personale della polizia di Stato. Inaccettabili ritardi nel pagamento”. La questione è quella degli “inaccettabili ritardi nel pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario rese dal personale della polizia di Stato oltre il monte ore assegnato agli uffici/reparti, ovvero oltre le canoniche 55 ore pro capite, a decorrere dal mese di febbraio 2018”.

Nella lettera si ricorda che il mancato pagamento degli straordinari riguarda soprattutto i reparti mobile, i reparti prevenzione crimine, i nuclei artificieri e le squadre mobili. Nella lettera si legge ancora: “Lo scorso anno il governo ha provveduto a uno stanziamento nel decreto sicurezza di circa 38 milioni di euro. Importo che i fatti ci inducono a ritenere insufficiente, se oggi ci troviamo nuovamente a reclamare la corresponsione di emolumenti arretrati”. In particolare, i ritardi nei pagamenti accumulati sono di ben “17 mesi”: “Non è tollerabile che a un operatore di polizia da una parte lo si obblighi a prestare attività lavorativa oltre l’orario ordinario di servizio, senza possibilità di esimersi, dall’altra non si provveda mensilmente al pagamento di quanto dovuto”.

La risposta del Viminale: non ci sono le risorse

La risposta del Viminale è arrivata solo il 5 settembre, quando ormai per Matteo Salvini il ministero dell'Interno sembrava già diventare solo un ricordo. La lettera è firmata dal direttore dell’ufficio competente del ministero dell’Interno e il succo del messaggio inviato al sindacato è che i soldi ora non ci sono, ma che gli straordinari verranno comunque pagati entro il 2020: “Al riguardo è stato comunicato che sono in corso le iniziative finalizzate al reperimento delle necessarie risorse aggiuntive”.

Nella lettera del Viminale si spiega che gli straordinari non ancora pagati per il 2018 e il 2019 potranno essere “messi in liquidazione in presenza della accertata disponibilità finanziaria sull’apposito capitolo di bilancio”. Il che significa che ora quelle risorse – più volte garantite da Salvini – non ci sono. Infine, si specifica che “le ore di straordinario rese nel 2018, qualora non liquidate e non recuperate entro il 31 dicembre dell’anno in corso, saranno comunque retribuite entro l’anno 2020”.

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