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La difesa del reddito di cittadinanza può diventare la bandiera del nuovo campo Pd – M5s – sinistra

In un incontro ospitato dall’Arci a Roma si delinea una possibile nuova agenda comune per le opposizioni fuori e dentro il parlamento, a partire dalla mobilitazione per difendere il reddito di cittadinanza, il salario minimo e la riduzione dell’orario di lavoro. Presenti la candidata alla segreteria Elly Schlein, Francesco Silvestri per il M5S e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
A cura di Valerio Renzi
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Venerdì scorso si è tenuto a Roma un incontro che, seppur fuori dai radar dei retroscenisti politici, potrebbe essere l'embrione di un rinnovato campo progressista e di una nuova stagione per l'opposizione al governo della destra destra di Giorgia Meloni. Convocati per un incontro pubblico nella sede nazionale di Arci dalla rete di attivisti UP -Attiviamoci e dall'associazione Nonna Roma – che nella capitale si occupa di mutualismo e di sostegno a nuove e vecchie povertà – si sono confrontati il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, la parlamentare e candidata alla segreteria del Partito Democratico Elly Schlein e il capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, il super "contiano" Francesco Silvestri. A interloquire per la segreteria nazionale della Cgil c'era invece Francesca Re David.

Al centro del dibattito la difesa (e il miglioramento) del reddito di cittadinanza, che il governo si appresta a smantellare, e il salario minimo. Da dove dovrebbe partire d'altronde un'opposizione di sinistra a Meloni se non dalla questione sociale? Le cose però come sappiamo sono più facile a dirsi che a farsi: la ricucitura tra PD e M5S sembra ancora lontana, e se il PD è impegnato nel suo percorso congressuale, Giuseppe Conte sembra al momento più interessato a drenare consensi dal bacino elettorale dem che a battere il centrodestra.

Al termine del suo intervento la suggestione la lancia Re David: "In questi mesi abbiamo vissuto un'esperienza molto importante. La coalizione che ha costruito la manifestazione per la pace del 5 novembre è un patrimonio importante anche per lottare contro le ingiustizie sociali". E non a caso in piazza a Roma contro la guerra c'era il Movimento 5 Stelle in pompa magna, ma anche tanti esponenti democratici a cominciare dal segretario Letta, c'era il sindacato e la sinistra, quella dei partiti e quella cosiddetta diffusa, sociale, e il cattolicesimo di base.

Insomma: stiamo insieme a cominciare da alcune battaglie, visto che alle elezioni per ora è andata in un altro modo. Lo dice chiaramente Francesco Silvestri, che al tavolo non si sente per nulla un ospite: "Il Movimento 5 Stelle ha avuto un dibattito interno molto acceso, che ha portato all'espulsione di una realtà storica che non ci rappresentava, tornando anche alle ragioni originarie del movimento. Giuseppe Conte ha dato una collocazione finalmente chiara al Movimento, abbiamo scelto insomma a chi non piacere più".

Mette una sola condizione al "dialogo" l'esponente pentastellato: "La lealtà". Quella che evidentemente non ci sarebbe stata da parte del PD al termine dell'esperienza Draghi. "Uno più uno in politica non fa sempre due, la destra si sconfigge con proposte politiche chiare e comprensibili, interpretate da forze politiche con un'alleanza credibile", dice rispondendo indirettamente a chi addossa al Movimento la vittoria della destra. Detto questo, all'idea di un campo di forze sociali e politiche pronte a mobilitarsi insieme Silvestri non dice no: "Salario minimo e reddito di cittadinanza possono essere il nostro minimo comune denominatore. Perché anche noi vogliamo mettere in crisi il centrodestra. Per noi questo si fa a partire da tre questioni: una posizione chiara sulle politiche di pace, una riconversione industriale per mezzo di una vera transizione ecologica e la lotta alle disuguaglianze sociali".

Subito dopo tocca ad Elly Schlein che parla di una manovra economica del governo "contro i poveri e non contro la povertà", una legge marcatamente "di classe, una manovra ideologica che redistribuisce la ricchezza verso l'alto". La candidata alla segreteria chiede ai suoi interlocutori "concretezza", "dobbiamo dire al governo tutte e tutti insieme: giù le mani dal reddito di cittadinanza. È figlio di una maggioranza precisa e si può e si deve migliorare invece di cancellarlo". E poi scandisce le sue priorità per il lavoro: "alzare i salari", fare "piazza pulita dei contratti pirata", e poi "un congedo paritario per sollevare solo dalle spalle delle donne il lavoro di cura".

Una cosa è certa: se Elly Schlein diventerà segreteria del Partito Democratico, la ripresa di un'opposizione comune con il Movimento 5 Stelle sarà più semplice, così come un dialogo con associazioni e movimenti. E la deputata non nasconde che il dibattito è anche interno: "Stiamo discutendo anche di errori e contraddizioni del PD e del centrosinistra abbiamo capito che il modello di sviluppo neoliberista ha fatto crescere le disuguaglianze non per caso ma perché si nutre di quelle disuguaglianze, sfruttando al contempo le risorse del pianeta in maniera insostenibile". "Però voglio dire una cosa: il nostro programma alle ultime elezioni metteva al centro la questione sociale. Aveva al suo interno non solo il salario minimo ma anche una proposta che può diventare patrimonio comune: la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario", aggiunge puntellando l'autocritica.

Alla fine è Nicola Fratoianni che tenta di tirare le fila sul "che fare?". "Come si costruisce questa convergenza? – si chiede il segretario di Sinistra Italiana – Io penso non sarebbe mica male che a partire da un'iniziativa diffusa in difesa del reddito di cittadinanza e sul salario, si trovassero le priorità comuni. Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario? C'è una sola legge depositata alle camere su questo tema. non è importante di chi sia, è importante capire se va bene a tutti e come lavorarci insieme. Vogliamo pensare a una legge d'iniziativa popolare? Come facciamo una battaglia parlamentare e insieme una campagna politica nel paese?". Tutte le forze politiche sembrano avere consapevolezza di nn essere autosufficienti, ma soprattutto di non essere in grado di riempire le piazze senza la società civile, i sindacati, i gruppi organizzati di giovani e donne: "È chiarissimo che senza una relazione dinamica tra il conflitto nella società e la dimensione della rappresentanza non possiamo vincere".

E alla fine arriva il monito per i partiti ad essere "generosi", e a non pensare solo alle alchimie delle alleanze, e tocca al presidente di Nonna Roma Alberto Campailla riportare lo sguardo dentro una società da conquistare. "In questo paese sul reddito di cittadinanza si dicono bugie: nel 2019 vengono riscontrate 11.000 irregolarità nelle richieste per il reddito di cittadinanza a fronte di 168.000 domande, ci sono invece 99.000 aziende che hanno percepito contributi senza averne i requisiti su 142.000. – scandisce – La destra è forte nel paese, non solo in parlamento, per questo dobbiamo contendere una nuova egemonia culturale, sociale e poi anche politica. Per questo abbiamo bisogno di parole di verità su chi sono i percettori del reddito, sui salari nel nostro paese, sul fatto che le questioni di genere o i diritti civili non sono un fatto che riguarda quelli che vivono ai Parioli". E per battere il tempo di un'opposizione efficace non c'è tempo da perdere: "Abbiamo sei mesi per fare in modo che il reddito di cittadinanza non scompaia, dobbiamo essere pronti a difenderlo insieme".

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