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Opinioni

ILVA e legge di bilancio: il Paese in cui tutti mentono e non è un problema per nessuno

Legge di bilancio, commissione Segre e ILVA sono soltanto gli ultimi casi di un processo ormai consolidato: la sistematica disinformazione operata dai vertici politici italiani, ormai del tutto incapaci di “parlare il linguaggio della verità” e inchiodati a un clima da campagna elettorale perenne.
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Come saprete, da qualche giorno tiene banco la questione della lotta all’anonimato in rete, considerata necessaria per debellare “odio e fake news” online. Tralasciando gli errori logici e concettuali della campagna, si può dire che gli ultimi eventi stiano mostrando chiaramente come, anche ammesso che odio online e fake news siano “un’emergenza”, l’oggetto della crociata sia sbagliato e le soluzioni proposte piuttosto raffazzonate. E che i più grandi contatori di balle e spargitori di odio siano quegli stessi politici pronti a fare la guerra a CandyCandy1994.

Lo spettacolo che politica e (parte del) giornalismo stanno dando in queste settimane merita un'attenzione particolare, proprio per l'impatto che ha sul dibattito pubblico. Tutto si gioca su un equivoco di fondo: “semplificare” un concetto è cosa profondamente diversa dal distorcere i fatti, dal dare informazioni sbagliate o dal mentire agli italiani. Non serve andare oltreoceano o spostarsi troppo indietro sul calendario, né aprire la pagina degli strumenti fraudolenti o illegali utilizzati da alcuni movimenti politici a scopo propagandistico. Commissione Segre, manovra economica e ILVA di Taranto sono esempi lampanti e "in chiaro" di come politici e (ahinoi) giornalisti siano i principali responsabili della disinformazione, dell'avvelenamento dei pozzi e dell'inquinamento del dibattito pubblico.

Del primo punto abbiamo parlato a lungo, raccontando le ridicole giustificazioni dietro astensioni e il tentativo della destra, nemmeno tanto mascherato, di buttare tutto in caciara pur di non inimicarsi una parte dell'elettorato. Sulla legge di bilancio, invece, il festival delle balle sta raggiungendo livelli imprevisti. E coinvolgendo praticamente l'intero arco parlamentare. Mentre Salvini mette in correlazione tasse, immigrati e sicurezza, i 5 Stelle dicono tutto e il contrario di tutto (riuscendo nell'impresa di rivendicare i provvedimenti del precedente governo e sconfessarli quasi contemporaneamente) e il Partito Democratico ha deciso di trattare i cittadini italiani come bambini di 11 anni. La campagna che vi mostriamo nella foto di apertura, ad esempio, prende le mosse da una intervista al TG3 in cui il ministro Gualtieri rivendica di aver eliminato la "macrotassa da 23 miliardi lasciata da Salvini". Una fake news in piena regola, considerando che 19 dei 23 miliardi sono eredità dei governi Renzi e Gentiloni (ora in maggioranza) e che i restanti 4 miliardi di euro sono eredità del governo Conte (che è l'attuale Presidente del Consiglio). Le clausole di salvaguardia sull’IVA, dunque, per il PD diventano la Salvini tax: come dicono a Roma, “magari ce cascano…”. Il balletto fuori tempo sulle auto aziendali (tutto interno alla maggioranza) e le mistificazioni a valanga sulla plastic tax (dall'opposizione e anche da chi è al governo), aggiungono solo sale sulla ferita.

Su ILVA, il processo è più o meno lo stesso: banalizzazioni, semplificazioni e strumentalizzazioni di una questione complessa, con l'unico scopo di imporre una narrazione utile al proprio tornaconto politico a strettissimo giro. O vere e proprie balle, come quella sulla responsabilità per aver cancellato lo scudo penale. La linea scelta da Conte è molto interessante (ArcelorMittal ha tradito gli impegni, lo scudo penale è un pretesto, vogliono esuberi per speculare su situazione), perché vincola gli azionisti della maggioranza a un patto di unità contro lo straniero brutto, sporco e cattivo, ma presenta ambiguità di fondo difficili da giustificare. Solo per citare la più clamorosa: perché reintrodurre lo scudo sconfessando il voto del Parlamento, se poi lo scudo non è il problema? Ma anche: come poteva e come può un governo garantire a un qualunque imprenditore che "terrà lontana" la magistratura, soprattutto considerando la delicata materia ambientale e sanitaria? Il problema dell'altoforno 2 era noto da tempo, come mai si è giunti a questo punto? E possibile che tutti, ma proprio tutti, abbiano dimenticato che solo qualche anno fa i 5 Stelle erano per la chiusura immediata di ILVA, perché causava "morte e malattie a Taranto"?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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