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Il piano del governo per la rottamazione quinquies delle cartelle fiscali

Oggi il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ospite del Forum in Masseria, ha chiarito la posizione del governo su una nuova rottamazione delle cartelle fiscali che potrebbe esser inserita nella prossima legge di bilancio: “Si può fare ma non deve essere erga omnes”, ovvero rivolta solo a chi si trova veramente in difficoltà.
A cura di Giulia Casula
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La discussione sulla prossima legge di bilancio non è ancora entrata nel vivo, ma si torna a parlare di una nuova rottamazione delle cartelle fiscali per chi ha debiti arretrati. Oggi il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ospite del Forum in Masseria, ha chiarito di non essere contrario e che tra gli alleati "se ne parla".

Sulla rottamazione "non è che siamo contrari, se ne parla", ma ormai è una questione per la prossima legge di bilancio perché "il perimetro finanziario del 2025 si è esaurito", ha spiegato. Il tema è particolarmente caro alla Lega che a inizio anno aveva lanciato la proposta di una rottamazione quinquies, finita all'interno di un disegno di legge.

La proposta del Carroccio permetterebbe ai coloro che hanno dei debiti, che risalgono al periodo tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, di mettersi in regola col Fisco. Come? Attraverso il pagamento in 120 rate mensili uguali, da saldare in dieci anni. Il vantaggio sta nel fatto che i contribuenti dovrebbero versare solo la somma dovuta, tutti gli interessi di mora, maggiorazioni e sanzioni verrebbero sospese, così pure eventuali giudizi.

Attualmente il ddl si trova fermo al Senato, ma per il momento sembra poco probabile che la proposta della Lega passi esattamente com'era stata formulata in origine. Leo ha spiegato infatti, che "la rottamazione si può fare ma non deve essere erga omnes", ovvero deve essere rivolta solo a chi si trova veramente in difficoltà. "Della nuova rottamazione se ne sta parlando a livello di commissione. Vediamo in che misura sarà possibile andare incontro alle esigenze comprensibili di chi si trova ancora in debito con il Fisco ed è in difficoltà. Per coloro che usano in maniera pretestuosa la Rottamazione ci sarà attenzione e sensibilità da parte nostra", ha aggiunto.

Ospite di Bruno Vespa, il viceministro ha chiarito la sua posizione a riguardo: "Bisogna andare a vedere pure chi effettivamente si trova in situazione difficoltà altrimenti rischiamo di ripetere la quinta rottamazione e poi ci troveremo nella situazione precedente che il 50% paga, il 50% non paga", ha precisato. "Vediamo di ridurre il numero" delle cartelle, per "evitare che ci sia gente che ha grande disponibilità e usi pretestuosamente questi strumenti che danneggiano lo Stato, perché effettivamente danneggiano anche l'immagine che dobbiamo dare ai contribuenti onesti, perché rottamazione suona male, anche se l'imposta va pagata. Quindi, vediamo di ridurre il numero, vediamo di dare una valorizzazione ragionevole, di tener fuori i recidivi, quelli che fanno queste cose ripetutamente e poi non pagano mai e in qualche modo se ne esce da questa situazione".

In passato "molti presentavano la domanda, quindi presentavano l'istanza per la rottamazione, poi nell'asso temporale tra la presentazione e la domanda e il pagamento della prima rata, in quell'intervallo, si disinnescavano le azioni esecutive, vale a dire, pignoramenti e fermi amministrativi. Allora la gente si riprendeva i soldi, si riprendeva i beni, e poi non faceva la rottamazione", ha spiegato ancora. L'idea quindi sarebbe quella di ridurre il numero dei beneficiari della rottamazione per "evitare che magari gente che ha grande disponibilità usi pretestuosamente questi strumenti", ha concluso.

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