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Il monito di Mattarella: “Dopo gravi distorsioni Csm magistratura deve recuperare credibilità”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, critica aspramente l’operato del Csm, parlando di “gravi distorisioni”, e lancia un monito rivolto a tutta la magistratura, che deve recuperare credibilità e fiducia nei cittadini. L’unica fedeltà dei magistrati, afferma il capo dello Stato, deve essere quella nella Costituzione.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non risparmia critiche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla magistratura italiana. E lo fa inviando un messaggio diretto e semplice: “La magistratura recuperi credibilità e fiducia dei cittadini”. Il capo dello Stato parla durante una cerimonia al Quirinale per l’anniversario dell’uccisione dei magistrati Giacumbi, Minervini, Galli, Amato, Costa e Livatino, di cui ricorda come abbiano svolto la loro attività “con coraggiosa coerenza e autentico rigore, senza rincorrere consenso ma applicando la legge. Fedeli soltanto alla Costituzione". E proprio la fedeltà alla Costituzione è “l’unica fedeltà richiesta ai servitori dello Stato a tutela della democrazia su cui si fonda la nostra Repubblica. Vorrei sottolineare che si tratta dell’unica fedeltà cui attenersi e alla quale sentirsi vincolati”, sottolinea Mattarella.

Che parla anche del suo ruolo di capo dello Stato: “Si odono talvolta esortazioni, rivolte al presidente della Repubblica, perché assuma questa o quell’altra iniziativa, senza riflettere sui limiti dei poteri assegnati dalla Costituzione ai diversi organi costituzionali; e senza tener conto di essi. In questo modo si incoraggia una lettura della figura e delle funzioni del presidente della Repubblica difforme da quanto previsto e indicato, con chiarezza, dalla Costituzione”. Il presidente della Repubblica ribadisce l’importanza di garantire “il rispetto della legalità” nel nostro Paese, motivo per cui la magistratura deve impegnarsi a recuperare credibilità e fiducia dei cittadini, “così gravemente messe in dubbio da recenti fatti di cronaca. In amaro contrasto con l’alto livello morale delle figure che oggi ricordiamo”.

Sulla documentazione raccolta dalla procura di Perugia, Mattarella sostiene che sembra rappresentare “l’immagine di una magistratura china su stessa, preoccupata di costruire consensi a uso interno, finalizzati all’attribuzione di incarichi”. E quelle stesse carte fanno “intravedere un’ampia diffusione della grave distorsione sviluppatasi intorno ai criteri e alle decisioni di vari adempimenti nel governo autonomo della magistratura”. Mattarella difende “la stragrande maggioranza dei magistrati”, ma aggiunge che “anche per questo non si può ignorare il rischio che alcuni attacchi alla magistratura nella sua interezza siano, in realtà, strumentalmente svolti a porne in discussione l’irrinunciabile indipendenza. Indipendenza che ho, per dovere costituzionale a me affidato, il compito di tutelare con determinazione”.

Le vicende degli ultimi tempi “hanno gravemente minato minato il prestigio e l’autorevolezza dell’intero Ordine giudiziario”, ammette Mattarella. Secondo cui “questo è il momento di dimostrare, con coraggio, di voler superare ogni degenerazione del sistema delle correnti per perseguire autenticamente l’interesse generale ad avere una giustizia efficiente e credibile”. Da qui lancia un altro monito al Csm, il cui compito primario “impone che si prescinda dai legami personali, politici o delle rispettive aggregazioni, in vista del dovere di governare l’organizzazione della magistratura nell’interesse generale. Sono state preannunciate modifiche normative che dovranno necessariamente articolarsi lungo il tracciato delineato della Costituzione. Indipendenza e autonomia dell’Ordine giudiziario sono principi fondamentali irrinunziabili per la Repubblica. E di ciò andrà tenuto conto”.

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