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Il Miur conferma i 70mila insegnanti e ATA assunti da Azzolina anche per il prossimo anno scolastico

In un incontro avvenuto oggi tra il ministero dell’Istruzione e sindacati il primo avrebbe ribadito il proprio impegno affinché anche per il prossimo anno scolastico (2021/2022) siano assicurati i 70 mila posti aggiuntivi, tra insegnanti e personale ATA, che erano stati stipulati dal precedente governo per far fronte all’emergenza coronavirus.
A cura di Annalisa Girardi
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I 70 mila posti aggiuntivi, tra insegnanti e personale ATA, saranno confermati anche per il prossimo anno scolastico 2021/2022. Erano stati assunti ad agosto 2020, durante il governo Conte bis, per far fronte all'emergenza coronavirus e ora il Miur sembra intenzionato a riconfermarli. Anche se non erano stati inseriti nel cosiddetto organico di diritto, in un incontro avvenuto oggi tra ministero e sindacati si sarebbe ribadito l'impegno affinché anche per il prossimo anno scolastico siano assicurati tutti i posti aggiuntivi, resisi necessari in tempi di pandemia.

Terminato l'incontro, infatti, le parti sociali hanno comunicato in una nota unitaria: "Dall’Amministrazione ribadito inoltre l’impegno di assicurare anche per il prossimo anno scolastico le risorse aggiuntive di organico legate all’emergenza Covid 19". Era agosto quando l'ex ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, a poche settimane dall'inizio dell'anno scolastico aveva annunciato: "Ho appena firmato il nuovo decreto che ripartisce i soldi per le assunzioni del personale scolastico per l'emergenza. Saranno in tutto circa 70 mila, tra docenti e personale ATA. Una misura unica in Europa e che aiuterà molto nella ripartenza".

In un primo momento si era parlato di 60 mila docenti e 10 mila persone assunte tra il personale Ata. Tuttavia, il neo ministro per l'Istruzione, Patrizio Bianchi, qualche settimana fa durante un incontro con il sindacato ha precisato che nell'anno scolastico attualmente in corso (2020/2021) sono stati stipulati oltre 25 mila contratti per i cosiddetti docenti Covid, cioè assunti per far fronte all'emergenza coronavirus. Un numero quindi ben più contenuto rispetto ai contratti finanziati dal governo precedente.

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