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Il governo e Conte si schierano con la Russia: “No alle sanzioni e fiducia in Salvini”

Da una parte il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, esprime la sua fiducia in Matteo Salvini in merito alla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. Dall’altra, il neo-ministro per le Politiche europee, Lorenzo Fontana, ritiene Mosca “un grande partner” e chiede di abolire le sanzioni con l’obiettivo di dare “una spinta al commercio”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, esprime massima fiducia nei confronti del suo vice, Matteo Salvini, sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. Parlando durante la conferenza stampa in cui sono stati presentati i due nuovi ministri, Lorenzo Fontana e Alessandra Locatelli, Conte commenta la vicenda rivelata con la pubblicazione degli audio di BuzzFeed: “Parto da un concetto: fiducia. La invoco sempre ed è fondamentale. Salvini ha fatto delle dichiarazioni, confesso che sono state giornate così impegnative che non ho sentito l’audio. Io ho fiducia nel ministro Salvini, poi la magistratura faccia il suo corso. A ognuno le proprie responsabilità e i propri compiti istituzionali, verranno fatte tutte le verifiche”.

Di Russia parla anche il nuovo ministro per le Politiche europee, Lorenzo Fontana: “La Russia è un grande partner e le sanzioni ci hanno creato dei problemi. Se riuscissimo a fare un lavoro di riavvicinamento tra Usa e Russia, che è quello a cui lavoriamo, sarebbe importante. Superare le sanzioni vorrebbe dire una spinta al commercio e anche superare quanto successo in Ucraina. Sarebbe un tentativo di riappacificare e collaborare con la Russia come dovrebbe essere per l'Europa. Perché comunque la Russia ne ha sempre fatto parte”.

Il presidente del Consiglio parla anche di autonomie, dopo le tensioni delle ultime ore tra Lega e Movimento 5 Stelle: “Oggi abbiamo fatto una riunione, ci stiamo dedicando molto impegno, sto coordinando questo tavolo di confronto, sono dei pre-consigli allargati. Ritengo che la migliore garanzia per fare una buona riforma sia instaurare un contraddittorio tra tutti. Poi mi riservo le valutazioni. Ci sono alcuni passaggi più critici, abbiamo fatto già molto lavoro, lo stiamo completando. Io ho preso un impegno pubblico: io sono il garante della serietà del lavoro che stiamo facendo. Siamo già a otto richieste di autonomia differenziata. Non sottoscriverò mai qualcosa che impoverirà altre regioni, dovremo introdurre meccanismi solidaristici, di salvaguardia, di coesione nazionale e sociale, per evitare che l’Italia si slabbri”.

Fontana e Locatelli entrano nel governo

È lo stesso Conte a dare il benvenuto a Lorenzo Fontana, nuovo ministro per le Politiche europee (finora lo era della Famiglia), e Alessandra Locatelli, titolare del dicastero della Disabilità e della Famiglia. Per il presidente del Consiglio con questi nuovi innesti la compagine governativa “si rafforzerà”. Fontana parla del suo nuovo ruolo in Ue: “In Europa devono capire che non abbiamo bisogno di un cordone sanitario, siamo un paese importante che vuole interloquire, portando avanti le nostre prerogative. In passato è stato fatto un po' meno, noi vogliamo far capire che vogliamo cambiare in meglio l'Unione europea”. Fontana annuncia che probabilmente sarà a Strasburgo la prossima settimana, in occasione del voto del Parlamento europeo sulla nomina di Ursula von der Leyen come prossimo presidente della Commissione Ue: “Non escludo che la Lega voti a favore. Ha avuto parole importanti sulla volontà della riforma di Dublino”.

Debutto anche per Alessandra Locatelli, che da subito sottolineato come le sue competenze siano concentrate soprattutto “intorno alla disabilità”, motivo per cui il suo ministero sarà chiamato della Disabilità e della Famiglia: “Il tema della disabilità mi sta molto a cuore perché è un po' la mia storia di vita, dalle esperienze professionali a quelle politiche e oggi è un grande onore gestire questi temi, incontrare le famiglie, incontrare le associazioni e poter andare anche sul posto a verificare quali sono i bisogni, le necessità e quali le politiche virtuose”.

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