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Governo cancella l’Iva sulle mascherine perché beni essenziali: ora la tagli anche sugli assorbenti

Il governo ha cancellato l’Iva sulle mascherine per tutto il 2020. Giustamente, si potrebbe aggiungere, dal momento che i dispositivi di protezione individuali sono diventati essenziali a causa dell’emergenza coronavirus. Ma allora perché, esecutivo dopo esecutivo, non si riesce a tagliare l’Iva sugli assorbenti che sono una prima necessità per metà della popolazione italiana da prima della pandemia e lo resteranno anche una volta che questa sarà finita? Perché è giusto non speculare economicamente su un bene che oggi ci serve per difenderci dal virus, eppure si continua a tassare un prodotto di cui ogni donna non può fare a meno come fosse una pelliccia o un tappeto orientale?
A cura di Annalisa Girardi
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L'articolo 124 del decreto Rilancio cancella l'Iva sulle mascherine per tutto il 2020. Non solo: l'imposta sul valore aggiunto è stata azzerata per tutto il resto dell'anno anche per quanto riguarda guanti, gel disinfettanti, ventilatori polmonari e molti altri prodotti che con l'emergenza coronavirus sono diventati indispensabili. L'aliquota salirà poi al 5% nel 2021. La tassazione, resterà quindi agevolata: un presupposto necessario dal momento che non sappiamo ancora come si evolverà l'epidemia di coronavirus e, di conseguenza, se questi dispositivi medici e anti-contagio faranno ancora parte della nostra quotidianità a lungo. Ad ogni modo, la logica dietro la misura non sfugge a nessuno: si tratta di prodotti essenziali, a cui non possiamo rinunciare nel pieno di una pandemia. Non possiamo scegliere se comprarli o meno: ne siamo obbligati vista l'emergenza sanitaria che ha travolto il mondo intero. Ma allora, perché gli assorbenti rimangono tassati al 22%?

A che punto è la campagna per la riduzione dell'Iva sugli assorbenti

Quando è scoppiata la pandemia nessuno si è chiesto se fosse giusto o meno abbassare il prezzo delle mascherine per renderle accessibili a tutta la popolazione. Tuttavia, allo stesso modo, nessuno sembra farsi troppe domande sul perché le donne continuino da anni a spendere moltissimi soldi in prodotti di cui non possono fare a meno. Se così non fosse il governo avrebbe già approvato da tempo una legge per abbassare l'Iva sugli assorbenti, rendendola equivalente a quella imposta sugli altri beni di prima necessità, tassati al 4%. Invece, esecutivo dopo esecutivo, non si è fatto altro che respingere le svariate proposte che chiedevano di ridurre l'Iva sui prodotti sanitari femminili.

Possibile negli anni ha portato avanti la campagna contro la Tampon Tax, poi abbracciata anche da altri partiti tra cui il Pd. A fine 2019 il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha annunciato il taglio della tassa sugli assorbenti compostabili e biodegradabili dal 22% al 5%. "È una misura verso la sostenibilità ambientale assolutamente apprezzabile, ma la battaglia per l’uguaglianza che è alla base della Tampon Tax è proprio da tutt’altra parte", ha scritto in quell'occasione la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone. Ed effettivamente, per quanto la riduzione al 5% dell'aliquota sugli assorbenti bio possa essere considerata un primo passo avanti, non risolve certo il problema. Gli assorbenti che la maggior parte delle donne trovano sugli scaffali dei supermercati rimangono tassati al 22%, la stessa aliquota che, per capirci, viene imposta su una pelliccia o su un pregiato tappeto orientale.

Quando anche gli uomini avranno il ciclo si taglierà la Tampon Tax

"Ciascuna deve poter scegliere il prodotto più adatto al proprio corpo e in base a come si sente più a suo agio. Tutte devono poterlo fare e veder riconosciuto il bene essenziale più adatto a sé tassato come un qualsiasi  bene essenziale. Certamente si possono prevedere incentivi per chi produce beni compostabili ed ecologici, ma resta il fatto che un bene essenziale va tassato come bene essenziale qualunque esso sia e che neanche le politiche ambientali si devono fare sui corpi delle donne", aggiungeva Brignone. Che oggi torna sull'argomento nelle sue pagine social, condividendo un post che ironizza sulla questione. "Hanno tolto finalmente l'Iva da mascherine e guanti, perché diventati bene di prima necessità per tutti. Manca poco anche per l'Iva sugli assorbenti, vero Governo?", si legge. La segretaria di Possibile risponde: "Succederà quando gli uomini avranno il ciclo".

Ora il governo riconosca un assorbente per quello che è: essenziale

Oggi difendersi dal coronavirus è diventata per tutti una necessità. Allo stesso modo, per le donne ogni singolo mese sono essenziali assorbenti e prodotti igenico-sanitari. Un giorno, finita l'emergenza, potremo dimenticarci di acquistare guanti e mascherine. Ma una donna, continuerà a mettere nel carrello della spesa pacchi e confezioni di assorbenti per circa quarant'anni della sua vita. Spendendo, a conti fatti, diverse migliaia di euro per qualcosa a cui non può scegliere se rinunciarvi o meno. Se il governo riconosce la necessità di azzerare l'Iva sulle mascherine, in quanto prodotto assolutamente necessario per ogni cittadino che nel 2020 si trova ad affrontare la pandemia di coronavirus, perché non taglia l'aliquota sugli assorbenti, che tanto nel 2020 come negli anni passati e futuri sono, erano e resteranno indispensabili per metà della popolazione?

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