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Ex Ilva, pm di Taranto indagano Arcelor Mittal per “danno all’economia nazionale”

Dopo l’inchiesta aperta dalla Procura di Milano anche quella di Taranto ha aperto un fascicolo sull’addio di Arcelor Mittal all’ex Ilva: l’ipotesi di reato è ‘distruzione di mezzi di produzione’ e ‘fatti e comportamenti lesivi dell’economia nazionale’. Patuanelli avverte: “Se parliamo di esuberi non c’è alcuna intenzione del governo di rivedere il contratto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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I pm di Taranto, dopo quelli di Milano, hanno aperto un fascicolo sull'ex Ilva, dopo l'esposto dei commissari del siderurgico, dopo che la multinazionale Arcelor Mittal ha deciso di uscire dal gruppo. L'ipotesi di reato è ‘distruzione di mezzi di produzione' e ‘fatti e comportamenti lesivi dell'economia nazionale', addebitabili al colosso franco-indiano.

Sul versante milanese il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici si incontreranno per mettere a punto l'atto della loro costituzione nella causa civile con cui ArcelorMittal chiede di recedere dal contratto di affitto. Sempre la prossima settimana inquirenti e investigatori tarantini cominceranno a convocare alcuni di testimoni per verificare la situazione del polo siderurgico.

A Taranto gli operai si preparano alla resistenza contro la chiusura degli impianti. I sindacati continuano a lanciare appelli sul governo affinché non si cerchino soluzioni solamente attraverso le vie legali, ed è probabile che a giorni il presidente del Consiglio Conte incontri ancora i vertici di Arcelor Mittal.

"Il dossier ILVA è incardinato al ministero dello Sviluppo economico e ora anche a Palazzo Chigi e per il prosieguo delle interlocuzioni comunicherà il presidente del Consiglio il come e il quando. C'è in gioco il sistema Paese e una multinazionale che pensa di poter trattare l'Italia come una colonia, acquisendo un'azienda strategica per poi decretarne la morte in via unilaterale, in deroga ai contratti ed eliminando dal mercato la concorrenza contro cui aveva vinto una gara europea", afferma il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli (M5s) in un'intervista al ‘Sole 24 Ore'.

Quanto allo scudo penale ribadisce: "Mi spiace che ancora si tiri in ballo la questione dello scudo, quando dal primo istante dell'incontro a Palazzo Chigi lo stesso premier ha sgomberato il campo da questa ipotesi, e dopo che la stessa azienda ha scritto nero su bianco che non è quello il problema". Proprio sullo scudo i parlamentare del M5s hanno fin da subito ribadito il loro ‘no', anche se si sono resi disponibili a discuterne se dovesse rivelarsi necessario: "Credo che i nostri parlamentari abbiano espresso la migliore posizione possibile. Hanno capito che il problema dello scudo, come ho detto prima, era un pretesto e non si sono fermati davanti alla forma, hanno badato alla sostanza".

Sugli esuberi annunciati da Arcelor Mittal, Patuanelli è tassativo: "Se parliamo di esuberi non c'è alcuna intenzione del governo di rivedere il contratto. Se parliamo di un accompagnamento momentaneo ad una fase di contrazione del mercato, il governo è pronto a fornire tutte le soluzioni. Non è questo il caso, ce lo ha detto chiaro e tondo Mittal: per loro la produzione a 4 milioni di tonnellate e i 5mila esuberi sono strutturali, non legati al mercato".

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