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Elezioni amministrative 2025

Elezioni comunali 2025, cosa dicono gli ultimi sondaggi: chi vince nelle città al voto

Si avvicinano le elezioni amministrative del 25 e 26 maggio, che coinvolgono 120 Comuni delle Regioni a statuto ordinario. Vediamo cosa dicono i primi sondaggi disponibili per due dei quattro capoluoghi di provincia al voto, cioè Genova (Liguria) e Taranto (Puglia).
A cura di Annalisa Cangemi
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Per la tornata elettorale delle amministrative 2025, dopo che si sono concluse le elezioni comunali in Friuli-Venezia Giulia, e si è tenuto, lo scorso 4 maggio, il primo turno in Trentino Alto Adige (ballottaggi il 18 maggio), si attende il prossimo appuntamento di domenica 25 e lunedì 26 maggio, quando al voto andranno i comuni delle Regioni a statuto ordinario.

L'eventuale turno di ballottaggio è previsto per domenica 8 e lunedì 9 giugno, in concomitanza con i referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza. Seggi aperti la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15.

L'elenco dei comuni al voto è lungo, quello completo si trova sul sito del ministero dell'Interno. Si voterà in 120 comuni di Regioni a statuto ordinario: 32 sono quelli con popolazione superiore a 15mila abitanti, di cui 4 capoluoghi di provincia, cioè Genova (Liguria), Ravenna (Emilia-Romagna), Taranto (Puglia) e Matera (Basilicata).

Vediamo cosa dicono gli ultimi sondaggi disponibili sulle prossime elezioni amministrative.

Elezioni Comunali, chi vince a Genova: cosa dicono gli ultimi sondaggi

Pietro Piciocchi, candidato sindaco del centrodestra a Genova, avrebbe più che dimezzato il distacco dalla sua avversaria e aspirante prima cittadina per il centrosinistra, Silvia Salis, a meno di venti giorni dalle urne. A dirlo è un sondaggio di Noto, commissionato dallo staff elettorale di Piciocchi.

Secondo questa rilevazione, Salis sarebbe in testa con il 50% delle preferenze, in una forchetta che varia dal 48 al 52, contro il 47% di Piciocchi, in una forchetta tra il 45 e il 49. Stimati tutti allo 0,6% gli altri cinque contendenti. Si attesta, invece, al 28% la percentuale degli indecisi, a fronte di un'affluenza stimata al 50%. Il centrosinistra, dunque, sarebbe ancora vicino alla vittoria già al primo turno, ma Piciocchi sarebbe in netto recupero. Il distacco tra i due si fa ancora più contenuto se si vanno a vedere le indicazioni di preferenza per le coalizioni. Secondo la rilevazione di Noto, infatti, il centrosinistra arriverebbe al 49,5% (forbice tra il 47,5 e il 51,5) con il centrodestra a tallonare al 47,5% (forbice tra il 45,5 e il 49,5). Salgono leggermente gli indecisi, dati al 30%.

Anche secondo un sondaggio di Youtrend per Telenord Piciocchi e Salis se la vedranno al ballottaggio. In base a questo sondaggio, effettuato tra il 24 e il 29 aprile, Salis è sempre in vantaggio di oltre quattro punti rispetto a Piciocchi, ma si fermerebbe sotto la soglia che potrebbe consegnarle la vittoria al primo turno: 49,3% contro 45,1%. Dati che confermerebbero un netto recupero di Piciocchi, rispetto ai sondaggi del mese scorso di Tecnè e BidiMedia, che davano la candidata del centrosinistra avanti di oltre sette punti e vincente senza necessità di ballottaggio.

Alta la percentuale di indecisi e astenuti, stimata da Youtrend complessivamente al 56,5%. Tra gli outsider, il nuovo sondaggio premia Antonella Marras di Sinistra Alternativa, ma il 2,3% non le darebbe un seggio in Consiglio.

Dalle rilevazioni dell'istituto presieduto da Lorenzo Pregliasco, emerge anche che Piciocchi sarebbe lievemente preferito dalle donne (48% contro 47%), mentre l'elettorato maschile punterebbe su Salis (51% contro 42%). Le donne sono anche le più indecise: il 62% non voterà o non sa per chi votare, contro il 49% degli uomini. Salis fa breccia tra i giovani tra 18 e 34 anni, con il 59% di preferenze contro il 34% di Piciocchi. Nella fascia 35-49 anni il preferito è Piciocchi (55% contro il 40% della Salis), nella fascia 50-64 anni Salis (52% a 42%), negli ultra sessantacinquenni Piciocchi (49% a 47%). La fascia in cui sono stimati più incerti o non votanti è quella che va dai 35 ai 49 anni (63%).

Chi sale e chi scende tra i candidati a Taranto, gli ultimi sondaggi

Il primo sondaggio ufficiale riguardante le elezioni comunali di Taranto, pubblicato dalla società demoscopica Winpoll. In base alle rilevazioni, la percentuale di chi non sa o non vota è ancora alta, al 38%. Il candidato sindaco che risulta più avanti è Piero Bitetti, candidato del Pd e ex presidente del consiglio comunale di Taranto, dato al 37%; al secondo posto c'è Luca Lazzaro candidato sostenuto dalla coalizione di centrodestra, presidente dimissionario regionale di Confagricoltura (sostenuto da quattro liste: Fratelli d'Italia, Forza Italia, Partito Liberale e Noi Moderati-Lazzàro Sindaco), che è dato al 21%. Poi troviamo l'avvocato Franceso Tacente, presidente uscente del Consorzio trasporti pubblici, sostenuto da sette liste (Taranto Popolare, Prima Taranto, Patto Popolare, Fortemente Liberi, Noi Taranto, Riformisti-Socialisti, Evviva Taranto- Udc), che viaggia sul 14%. Segue Annagrazia Angolano, del Movimento 5 Stelle, supportata anche dalla lista Angolano Sindaca, che è ora al 13%. Chiudono Mirko Di Bello, che corre per la coalizione Adesso (sostenuto da sei liste: Lista con Di Bello, Taranto e Futuro, Lista Movimento Sportivo, I Rioni, Tre Terre-Talsano-Lama/San Vito, Impronta Verde), e Mario Cito, ex consigliere comunale (sostenuto dalla lista At6-Lega d'Azione Meridionale): entrambi sarebbero al 7%.

I sondaggi ufficiali per le elezioni comunali a Ravenna

A Ravenna sono in sei a correre per la carica di sindaco di Ravenna alle amministrative 2025: per il centrosinistra c'è Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Partito Democratico, 42 anni, dipendente di Federcoop Romagna; per il centrodestra, che si presenta diviso, c'è Nicola Grandi, 54 anni, assicuratore ed ex consigliere comunale, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna, ma non dalla Lega, che ha deciso di presentare un suo candidato, Alvaro Ancisi, 84 anni,  sostenuto anche dal Popolo della Famiglia e della Lista per Ravenna. Per la sinistra radicale c'è Marisa Iannucci, 53 anni, insegnante, ricercatrice e attivista, indicata da Potere al Popolo e supportata anche da Ravenna in Comune, Rifondazione Comunista e PCI. Incorsa anche Veronica Verlicchi, indipendente con la lista civica La Pigna. Consulente di comunicazione, e Giovanni Morgese, ex carabiniere e volontario, candidato per la nuova Democrazia Cristiana, che corre insieme a Mauro Bertolino, già in corsa nel 2021 con Alleanza di Centro.

Secondo le rilevazioni di Noto sondaggi per Porta a porta, diffuso una settimana fa, il campo largo sarebbe in vantaggio a Ravenna, al 58% contro Fratelli d'Italia, Forza Italia e civiche al 31% e Lega e altre civiche al 6,5%.

Possono dare un'indicazione anche le dinamiche emerse nelle recenti elezioni regionali. In quell'appuntamento elettorale il dem Michele De Pascale ha ottenuto oltre il 55% delle preferenze a livello regionale. Ma nel solo comune di Ravenna, i risultati sono stati ancora più netti: De Pascale ha superato il 58%, con il Partito Democratico al 44,27%. Considerando anche le altre liste della coalizione, la percentuale complessiva ha sfiorato il 60%. Il centrosinistra dunque può contare su un forte bacino elettorale in città. Il centrodestra comunque, seppur diviso, potrebbe puntare ad arrivare al ballottaggio, anche se non può contare su una figura forte.

Ultimi sondaggi a Matera: cosa dicono le rilevazioni

A Matera, secondo la rilevazione effettuata da Noto sondaggi per Porta a porta, il centrosinistra è in vantaggio anche a Matera con il 51%, mentre il centrodestra è fotografato al 31% e il Movimento 5 stelle al 10%. A Matera il centrodestra appoggia Antonio Nicoletti, direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019 e fino allo scorso gennaio direttore generale dell’Apt, l’Azienda di promozione del territorio di Basilicata; mentre i centronistra, con nove liste, appoggia Roberto Cifarelli, consigliere regionale del Pd. Corre anche il pentastellato Domenico Bennardi, che guidava la giunta comunale prima del terremoto politico che ha portato al commissariamento della città, lo scorso 23 ottobre.

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