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Documenti desecretati, Salvini: “Conte sequestrò italiani”. Ma a marzo chiese lui di chiudere tutto

“Emerge che il governo prima non chiuse le zone rosse colpite dal virus come richiesto e dopo chiuse tutta Italia senza un valido motivo.Se io vado a processo per aver ritardato lo sbarco di qualche immigrato, Conte dovrebbe rispondere del sequestro di milioni di italiani”: così Matteo Salvini attacca il governo dopo la pubblicazione del verbali desecretati del comitato tecnico scientifico. Ma non ricorda che a marzo accusava Giuseppe Conte di non attuare misure abbastanza rigide e scriveva al presidente della Repubblica chiedendogli di chiudere tutto.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo che la Fondazione Einaudi ha pubblicato cinque verbali desecretati del comitato tecnico scientifico, il team che ha accompagnato il governo nella gestione dell'emergenza coronavirus, è emerso che gli esperti aveva suggerito di istituire una zona rossa per i Comuni bergamaschi di Alzano Lombardo e Nembro già lo scorso 3 marzo, mentre alcuni giorni più tardi, il 7 marzo, avevano ipotizzato misure differenziate per i diversi territori, a seconda della diffusione dell'epidemia di Covid-19. Come sappiamo, tuttavia, se da un lato i Comuni di Alzano e Nembro, tra le zone più colpite, non furono chiusi come accadde per quelli intorno a Codogno, dall'altro il 9 marzo il governo proclamò un lockdown generale per tutto il Paese. E proprio su questi temi il leader della Lega, Matteo Salvini, torna ad attaccare l'esecutivo di Giuseppe Conte.

"Ora emerge, dopo mesi di silenzi e di bugie, che il governo prima non chiuse le zone rosse colpite dal virus come richiesto, e dopo chiuse tutta Italia senza un valido motivo", scrive Salvini su Facebook. Per poi aggiungere: "Se io vado a processo per aver ritardato di qualche giorno lo sbarco di qualche immigrato, Conte e compagni dovrebbero rispondere del sequestro di milioni di italiani e di un disastro sanitario, sociale ed economico senza precedenti".

Quando Salvini chiedeva di "chiudere tutto"

Non è chiaro cosa intende Salvini quando scrive "senza valido motivo", specialmente con il senno di poi di quasi 250 mila contagi e oltre 35 mila morti. Come se il leader leghista, insieme ai governatori del Carroccio, non avesse chiesto a gran voce di chiudere tutto nelle prime settimane di marzo, criticando quel governo che ora accusa del sequestro di milioni di italiani per non aver mostrato abbastanza coraggio. Era il 10 marzo, il giorno dopo l'annuncio del lockdown totale: Salvini accusava Conte di sottovalutare l'emergenza e chiedeva al governo di attuare misure più rigide. "Ci hanno detto: ‘Vi faremo sapere'… Noi stiamo dimostrando responsabilità, voglia di dialogo e compattezza. Non sono contento di quello che ho sentito: non ci sono tempi certi per l'economia e non si rendono conto dell'emergenza sanitaria. Se questo virus si propagasse in tutta Italia, ricordo che nel Sud non c'è lo stesso sistema sanitario… Quindi non vorremmo tra 10 giorni tornare a a Palazzo Chigi portando di nuovo non il nostro ma il parere dei medici", affermava Salvini.

Due giorni più tardi, il 12 marzo, il senatore del Carroccio continuava ad attaccare il governo chiedendo di chiudere tutto: "Alle parole serve far seguire i fatti. Chiudere tutto, così non basta. Porteremo le nostre proposte di modifica all'ultimo decreto del governo. Serve piú coraggio. Ho letto il decreto tutta la notte, non basta: leggo che possono rimanere aperti ferramenta, lavanderie, profumerie e tabaccherie. C'e' la metro a Milano affollata. Le cose o si fanno o non si fanno".

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"Se il governo lo impone bene, altrimenti sindaci e governatori della Lega chiudano tutto"

Lo scorso 21 marzo, l'ex ministro dell'Interno lanciava un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo ancora una volta di chiudere tutte le attività: "Presidente Mattarella, ci rivolgiamo a lei perché altri non ci ascoltano e per chiedere cinque interventi immediati a nome di tutti gli italiani, per il bene del Paese. Primo, è il momento di chiudere tutto e mettere in sicurezza la vita dei nostri figli", scriveva. Il giorno prima, in un video pubblicato nella sua pagina Facebook, ribadiva come fosse necessario chiudere tutto "senza mezze misure", perché "quando c'è di mezzo la vita e la salute degli italiani non si può scherzare". Non solo, Salvini chiedeva anche ai sindaci e ai governatori del Carroccio di prendere iniziativa e applicare misure di chiusura, se il governo non le avesse imposte da parte sua: "Se il governo lo impone bene, altrimenti come Lega chiediamo che sindaci e governatori applichino in tutta Italia la chiusura per tutto il tempo necessario".

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Ora Salvini accusa Conte del "sequestro di milioni di italiani"

Ma oggi Salvini strumentalizza i documenti desecretati per attaccare Conte e accusarlo del "sequestro di milioni di italiani" proprio per aver chiuso il Paese allo scoppio della pandemia. Una misura emulata in tutto il resto d'Europa: quando anche il resto del Vecchio Continente si è trovato a fronteggiare un rapido propagarsi dei contagi, i governi sono ricorsi a un modello di lockdown simile a quello italiano. E Roma è stata spesso presa ad esempio come buon riferimento di gestione dell'emergenza. E anche se non dovesse importare nulla dei risultati raggiunti nel contenimento del virus o di quanto fatto anche all'estero, quando Salvini accusa il governo di aver sequestrato gli italiani senza un valido motivo, dovrebbe ricordare che si tratta esattamente di ciò che chiedeva anche lui.

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