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Di Maio minacciato dall’Isis, Al Naba diffonde sua foto: “Proclameremo califfato con le pallottole”

L’Isis minaccia ancora Di Maio. Nel settimanale Al Naba, legato a Daesh, sono apparse frasi intimidatorie sulla conquista di Roma e riferimenti al ministro degli Esteri. È stata anche diffusa una sua fotografia scattata durante il vertice sul terrorismo tenutosi quest’estate nella Capitale.
A cura di Annalisa Girardi
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Luigi Di Maio ha ricevuto ancora minacce da parte dello Stato Islamico. Lo scorso luglio il ministro degli Esteri era già stato preso di mira dal settimanale Al Naba dell'Isis, sul quale ora sono apparse altre frasi intimidatorie sulla conquista di Roma. Stavolta, in realtà, è ancora più inquietante la faccenda, dal momento che non ci sono solo riferimenti al titolare della Farnesina, ma è stata diffusa una sua fotografia scattata durante la plenaria del vertice anti Daesh tenutosi quest'estate nella Capitale.

Secondo le forze di sicurezza la diffusione dell'immagine sarebbe un chiaro segnale "minatorio" nei confronti di Di Maio. Si parla di circostanze "molto preoccupanti". Nell'articolo su Al Naba, dal titolo "Perché il Califfato li spaventa", si legge: "Proclameremo il califfato con pallottole e munizioni, irromperemo nelle vostre sale conferenze. Terrorizzare gli infedeli è un ordine divino".

Subito il messaggio di solidarietà da parte del presidente Cinque Stelle, Giuseppe Conte: "Sono vicino a Luigi Di Maio per le nuove, gravissime minacce ricevute dai terroristi ISIS. Non ci fanno paura: il suo impegno, la servizio del Paese e della stabilità internazionale, non sarà scalfito da atti intimidatori. Chi tocca Luigi tocca ognuno di noi", ha scritto l'ex presidente del Consiglio.

A luglio Di Maio aveva presieduto a Roma il vertice sul terrorismo a cui aveva partecipato anche il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken.  Nel numero diffuso allora dal settimanale legato a Daesh si leggeva:

Il dossier più pesante e importante sul tavolo dell’alleanza dei crociati a Roma è l’Africa e la regione del Sahel. (…) Non è un caso che i crociati e i loro alleati si incontrino nella Roma crociata e non c’è dubbio che i timori di Roma siano giustificati, poiché è ancora nella lista dei principali bersagli dei mujahidin.

Subito erano arrivati i messaggi di solidarietà al ministro. In primis dal Movimento Cinque Stelle, ma non solo. Anche le altre forze politiche e il presidente del Consiglio Draghi avevano condannato con forza i messaggi di minaccia esprimendo la loro vicinanza a Di Maio.

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