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Def, più vicino il superbonus di 475 euro per chi spende fino a 2500 euro con carte

A quanto si apprende dall’ultima bozza della Nadef, il governo dovrebbe indicare un obiettivo programmatico di rapporto deficit/Pil al 2,2% per il 2020. L’Iva non sarà aumentata su alcun prodotto, ma si darà la possibilità al contribuente di cumulare le spese, fino a 2.500 euro, ottenendo un superbonus del 19%.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo alcune fonti il governo dovrebbe indicare un obiettivo programmatico di rapporto deficit/Pil al 2,2% nel 2020 nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Ma ancora non c'è la conferma ufficiale, mentre è già in corso il Cdm che ha all'ordine del giorno proprio l'approvazione della Nadef. Il presidente del Consiglio Conte, intervenuto nel pomeriggio a Skuola.net, ha detto che il rapporto deficit/Pil sarà sopra il 2%.

In queste ore al Mef, in collaborazione con Palazzo Chigi, si sta lavorando a un superbonus che arriverà alla Befana, una sorta di dono dell'epifania del governo giallorosso. Si tratta del cosiddetto cashback, ovvero la restituzione di parte dell'Iva per chi usa carte e bancomat, per scoraggiare l'uso del contante. A quanto si apprende, l'Iva non verrà aumentata su alcun prodotto, ma si darà la possibilità al contribuente di cumulare le spese – fino a 2.500 euro – godendo di un superbonus del 19%, un ‘tesoretto' che arriverà direttamente sul conto corrente nei primi anni dell'anno nuovo. Tradotto, si tratta di un massimo di 475 euro – vale a dire il 19% di 2.500 – di superbonus. Si lavora ancora ai numeri, al momento tuttavia l'ipotesi più accredita è di fissare l'asticella a 2.500 euro.

A quanto apprende l'Adnkronos, una proposta del M5S che verrà messa sul tavolo da Luigi Di Maio è quella di un software anti-frode che consenta di recuperare dai 5 ai 7 miliardi di euro, risorse vive da mettere sul piatto del taglio al cuneo fiscale e del salario minimo, che sono due degli obiettivi del governo Conte bis, per una manovra che non si limiti a sterilizzare le clausole Iva (che vale 23 miliardi), ma realizzi anche le prime misure per spingere sul motore della crescita. Ieri il premier Giuseppe Conte, al termine del vertice a Palazzo Chigi finito nel cuore della notte, ha chiesto agli alleati di governo soluzioni concrete per evitare una rimodulazione dell'Iva. Da M5S e renziani è arrivata la richiesta di uno stop a qualsiasi aumento dell'imposta, compresi incrementi sui generi di lusso, come il tartufo.

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