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Opinioni

Dall’inizio dell’anno sono morte 289 persone senza dimora. E non importa a nessuno

Non si lavano, puzzano, sono maleducati, pisciano dove capita e quest’anno per 289 volte sono morti sui marciapiedi o nelle stazioni, senza neanche avvertirci.
A cura di Saverio Tommasi
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Persone senza dimora alla stazione centrale di Milano
Persone senza dimora alla stazione centrale di Milano

289 morti, uno al giorno da inizio anno.
Però erano tutti senza dimora, perciò chi se ne frega.

Io non la penso così ma questo evidentemente è il ragionamento corrente, altrimenti non si spiegherebbero 289 morti, uno al giorno.
Per capire meglio proverò a mettermi dentro il ragionamento del correntista medio, e se questo vi suscita disagio, fate come fa il correntista medio di fronte a un senza dimora morto intirizzito dal freddo che gli ha procurato una fibrillazione cardiaca, che ha portato a uno stato letargico e poi al coma: fregatevene.

289 morti senza dimora (non so se l'ho già detto), uno al giorno da inizio anno.

I senza dimora sono brutti, non si curano e non hanno cura di mettersi – brutti come sono – in disparte almeno durante il giorno, così capita di vederli passeggiare nel centro delle città dove i turisti danno da mangiare al PIL nazionale. Mica come i senza dimora, che lo attentano.

Lunedì, martedì, fino ad arrivare alla domenica. Quando salta un giorno, quello dopo i morti sono due. E' la legge della media: 289 morti senza dimora da inizio anno.

Se il vostro lunedì è stato un brutto lunedì, a qualcuno è andata peggio (risata del pubblico).
Se la domenica non avete fatto la gita fuori porta, non siete quelli messi peggio (risata del pubblico).
Se per il venerdì sera non avete ancora trovato il dress cod adatto, non siete comunque i più sfigati d'Italia (risate del pubblico).
E così il martedì, il mercoledì e il giovedì. Anche il sabato e non solo per gli ebrei, qualcuno non riposerà più (risate e applausi del pubblico, si accendono le luci).

In Italia un morto al giorno fra le persone senza dimora da inizio 2022 è un record, e lo abbiamo battuto senza allenamento. E' infatti così facile far morire qualcuno: è sufficiente smettere di occuparsi di lui. Nessuno dei programmi elettorali dei partiti che si sono presentati alle elezioni aveva scritto dieci righe – ma neanche una – sui senza casa perenni, o sulla necessità di aumentare le situazioni abitative con programmi specifici di reinserimento nel tessuto sociale ed economico della società delle persone senza dimora.

Ricordiamo che in quasi tutte le regioni italiane le persone senza dimora non hanno neanche diritto al medico di base.

Le persone senza dimora sono in aumento costante e sono da anni sempre più anche italiane.

Delle persone senza dimora non frega niente a nessuno neanche in campagna elettorale. Di solito si dice: questo politico lo vedi soltanto in campagna elettorale, in questo caso nemmeno. I senza dimora li schifano tutti, altrimenti non sarebbero diventate persone senza dimora. Perché sì, la questione della povertà estrema esiste, ma viaggia a braccetto insieme a quella dell'emarginazione, delle dipendenze, della solitudine o della salute mentale.
I pregiudizi sui senza dimora sono tanti: non si lavano, puzzano, sono maleducati, non capiscono, non programmano, non rispettano gli orari, sono inaffidabili, fanno paura, pisciano dove capita, mangiano male, mangiano tanto, mangiano poco, lasciano le loro cose a terra, sono amici dei topi e come loro si contendono le croste e gli avanzi delle tavole e delle coscienze dei ricchi. E il brutto è che almeno metà di questi pregiudizi non sono pregiudizi, sono veri.
I senza dimora non vogliono parlare con nessuno, e quando parlano con qualcuno non lo mollano più. I senza dimora hanno gli occhi costantemente assonnati, il passo non è mai certo, la barba è sfatta e hanno i peli che escono dal naso, anche le donne.
I senza dimora non votano.
I senza dimora litigano fra loro e qualche volta si accoltellano che sembrano un qualsiasi partito di sinistra.
I senza dimora non hanno profili social, non leggeranno questo articolo, non sono iscritti a Instagram e non si è mai vista una persona senza dimora fare un balletto su Tik Tok. I senza dimora non hanno mai tempo, però ne perdono tantissimo se lo calcoliamo pesando le loro vite con la bilancia di chi (beato lui) non si è mai trovato fuori, estromesso dal consesso cosiddetto civile. Che poi vorrei sapere cosa c'è di civile nel lasciare qualcuno fuori da tutto e poi giudicarlo per non essere riuscito – in qualche modo – a difendersi. Accusato di non avercela fatta da chi ha usato lo scarpone da neve per sbatterlo fuori, che inciviltà signora Contessa, questi barboni che sporcano i marciapiedi con il loro sangue.

I senza dimora non li vuole nessuno perché tutti li giudicano dalla superficie, dalla scenografia, dall'aspetto, dall'unica cosa che non dovrebbe contare niente.
I senza dimora stanno sul culo a chi ha troppi obiettivi davanti a sé, troppe risposte e poca fame.

Di persone senza dimora da inizio anno ne sono morte 289, e i mesi più freddi dell'anno ce li abbiamo davanti e non sono alle nostre spalle. Non sappiamo come andrà a finire, se non che andrà a finire male e senza lo spumante a mezzanotte.

Finirei scrivendo "buona fortuna", se non suonasse una presa in giro e non fosse che i diritti si conquistano e non arrivano in un sacco bianco portato dalla Dea bendata; e per augurare davvero "buona fortuna" a chi vive per strada è necessario sfracassare la pazienza e la maggioranza che i senza dimora li vede solo se ci inciampa.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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