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Festival di Sanremo 2023

Cosa succederà in Rai dopo Sanremo, il bacio tra Fedez e Rosa Chemical e la rabbia di Giorgia Meloni

Meloni e il governo riflettono sui vertici Rai dopo un Festival di Sanremo che ha fatto il pieno di ascolti e polemiche. Fratelli d’Italia e il centrodestra spingono per un cambio di dirigenza, ma senza clamori per non essere accusati di censura.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo e la dirigenza Rai si preparano alla resa dei conti dopo un Festival di Sanremo da record per ascolti e polemiche. Non è un segreto che Giorgia Meloni non abbia gradito – per usare un eufemismo – la gestione di Amadeus e del gruppo dirigente, e ora si stia preparando a far cadere qualche testa. A rischiare più di tutti è l'amministratore delegato Carlo Fuortes, seguito dal direttore dell'Intrattenimento Stefano Coletta. Dal centrodestra è arrivata una levata di scudi generale. Tanti, troppi i passaggi del Festival che non sono piaciuti alla maggioranza di governo. Dal bacio tra Fedez e Rosa Chemical al freestyle dello stesso rapper, in cui venivano citati la ministra Roccella e il viceministro Bignami. Quella fotografia ha mandato Meloni su tutte le furie.

Dal centrodestra piovono dichiarazioni fortemente critiche – che in verità erano già cominciate prima del Festival, sempre a proposito di Rosa Chemical – ma ci si spacca sulla sostituzione dei vertici Rai. Si rischia di essere accusati di censura, e Meloni lo sa bene. Dal governo Vittorio Sgarbi tuona: "I vertici Rai devono andare a casa, il fallimento di Sanremo lo impone". Il sottosegretario alla Cultura parla di un "livello basso" che "non si misura con i numeri" degli ascolti.

Allo stesso tempo Silvio Berlusconi parla di un Festival "ideologicamente spostato a sinistra", ma non chiede nessuna epurazione. La linea del leader di Forza Italia è la più condivisa nel centrodestra, che attacca su un punto in particolare: alla vigilia delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, Sanremo – nella lettura della maggioranza politica del Paese – sarebbe stato un veicolo di propaganda. Nel Pd, invece, c'è chi difende la Rai e parla di bavaglio – "giù le mani", dice Bonaccini – e chi attacca sulla gestione Amadeus. Il Movimento 5 Stelle si limita a chiedere una riforma complessiva.

Intanto Meloni riflette sulle prossime mosse. La rimozione forzata di Fuortes – dato che lui non ha nessuna intenzione di dimettersi, soprattutto dopo il successo di Sanremo – non avverrà in pochi giorni. Il piano che circola in queste ore è abbastanza semplice: aspettare un consiglio di amministrazione con un voto e mandare l'ad sotto con i pareri contrari dei rappresentati del centrodestra. Potrebbe succedere a marzo, o al massimo ad aprile, ma in ogni caso i giorni di Fuortes da amministratore delegato sembrano contati. E potrebbe essere solo l'inizio. Il centrodestra ha vissuto il Festival di Sanremo come una grande provocazione, da Benigni a Fedez. Perciò ora vuole mettere le mani sulla Rai e sulla produzione culturale del Paese.

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