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Covid-19, che cosa prevede la nuova ordinanza della Protezione Civile

La Protezione civile ha annunciato una nuova ordinanza che tende a uniformare il comportamento delle varie Regioni con un unico provvedimento. Angelo Borrelli ha spiegato che il provvedimento ricalca il Dpcm e non vieta gli spostamenti per motivi di lavoro e salute sul territorio nazionale. Inoltre sottolinea che le misure approvate con il Dpcm valgono per le persone fisiche, e non per le merci.
A cura di Annalisa Girardi
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Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile e commissario per il coronavirus ha firmato una nuova ordinanza che ricalca il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri approvato ieri e che tende a uniformare il comportamento delle varie Regioni con un unico provvedimento. Borrelli ha presentato la nuova ordinanza in conferenza stampa affiancato dai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, rispettivamente i titolari del ministro della Salute e di quello per le Autonomie.

Che cosa prevede l'ordinanza? "L'ordinanza che sto andando a firmare ricalca il Dpcm e non vieta gli spostamenti per motivi di lavoro e salute sul territorio nazionale. Abbiamo previsto che le Regioni si uniformino a questa norma con un unico provvedimento", ha spiegato Borrelli. L'ordinanza prevede inoltre che non ci siano "limitazioni agli uffici pubblici" e che il decreto ministeriale si applichi solo alle persone fisiche e non alle merci. Il ministro Boccia ha quindi specificato: "L'ordinanza riguarda tre punti su un passaggio a nuova fase per l'intero Paese, esplicitati per le Regioni specie del Sud che hanno ritenuto di dover approvare, riguardano circolazione merci, lavoratori e specie di chi ha legami continui e su più territori, così come apertura uffici pubblici".

Che cosa stabilisce il decreto? Nel nuovo decreto, firmato nella notte tra il 7 e l'8 marzo dal premier Giuseppe Conte, si stabiliva la chiusura di fatto della Lombardia e di altre 14 province del Veneto, Emilia Romagna, Marche e Piemonte: si tratta di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola. Questi territori di fatto sono diventati zona rossa, per cui non è permesso entrare o uscire da queste aree o muoversi "all'interno dei medesimi territori, salvo che per quelli motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza".

Nel Dpcm è stata inoltre riconfermata la chiusura di cinema, teatri, discoteche, sale bingo, sale da ballo e qualsiasi altro luogo che preveda assembramento di persone. Sono sospese, inoltre, le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri. Inoltre sono previste delle multe in caso di mancato rispetto delle direttive: sanzioni che vanno dai 206 euro di ammenda all'arresto fino a tre mesi. Bar e ristoranti, invece, potranno svolgere le attività dalle 6 alle 18 "con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro".

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