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Come funzionano i voucher da lavoro occasionale nel 2023 e cosa cambia dopo il decreto Lavoro

Il cosiddetto decreto Lavoro, approvato dal governo Meloni il Primo maggio, ha introdotto tra le altre cose un’estensione dell’utilizzo dei voucher per il lavoro occasionale. I buoni potranno essere utilizzati per pagare fino a 15mila euro l’anno in diversi settori legati al turismo, anche da aziende più grandi.
A cura di Luca Pons
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Via libera ai voucher fino a 15mila euro l'anno, per le aziende che operano in specifici settori, anche se hanno già diversi dipendenti a tempo indeterminato. La liberalizzazione del lavoro occasionale arriva con il recente decreto varato dal governo Meloni, insieme a misure come il nuovo reddito di cittadinanza, il taglio del cuneo fiscale e l'estensione dei contratti a tempo determinato.

Come spiegato nell'articolo 37 della nuova bozza del decreto – che, a diversi giorni dalla sua approvazione, non ha ancora un testo ufficiale e definitivo – i voucher verranno estesi in due modi: in certi settori, si potranno utilizzare per pagare fino a 15mila euro in un anno e potranno usarli anche le aziende che hanno già più di cinque dipendenti a tempo indeterminato. I voucher permettono di assumere lavoratori per prestazioni di lavoro occasionale dichiarando solo il numero di ore complessive di lavoro che vengono pagate. Già negli scorsi mesi, con la sua prima legge di bilancio a dicembre, il governo aveva reintrodotto l'uso dei voucher fissando la soglia a 10mila euro l'anno.

Cos'è il voucher per il lavoro occasionale

Un voucher è un sistema di pagamento a disposizione dei datori di lavoro, che possono utilizzarlo in caso di lavoro accessorio invece di un contratto normale. Nati nel 2003, poi allargati nel 2012 e sostanzialmente aboliti nel 2017, per ritornare in forma ridotta nel 2018. Non sono tassati, perciò la spesa è ridotta per l'azienda che li utilizza. A differenza di un regolare contratto, non prevedono benefici o altre forme di welfare lavorativo per il dipendente. L'unica copertura prevista è quella Inail per infortuni.

In linea generale, un voucher può essere acquistato direttamente dall'azienda tramite l'Inps – ma in certi anche alle Poste, in banca o persino in tabaccheria – pagando un prezzo pieno. Da quel momento i buoni vanno utilizzati per pagare qualcuno entro un certo periodo. Il lavoratore che li riceve li riscuote direttamente all'Inps, e non riceve esattamente la somma pagata dal datore di lavoro: c'è una riduzione, di circa il 25% del totale, per pagare le prestazioni contributive all'Inps e l'assicurazione all'Inail.

Come cambia il voucher nel 2023 con il decreto Lavoro

Il decreto approvato dal governo Meloni è intervenuto su due punti: la soglia massima che un'azienda può pagare tramite voucher ogni anno, e il tipo di impresa che può farne uso. Per prima cosa, infatti, cambia la definizione di lavoro occasionale: lo sono tutte le "attività lavorative che danno luogo, nel corso di un anno civile" per ogni azienda "a compensi di importo complessivamente non superiore a 15mila euro". Questa estensione vale solo per alcune imprese, cioè quelle che "operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento".

Inoltre, si allargano le maglie per fare uso dei voucher per pagare i propri dipendenti. Infatti, mentre prima era vietato acquistarli alle aziende "che hanno alle proprie dipendenze più di cinque lavoratori subordinati a tempo indeterminato", ora si aggiunge un'eccezione: le aziende "che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento" potranno utilizzarli se hanno fino a venticinque dipendenti a tempo indeterminato. Via libera, quindi, anche alle imprese più grandi e strutturate.

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