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Come funziona il Piano nazionale di ripresa e resilienza di Draghi

Il presidente del Consiglio ha presentato il suo Pnrr al Parlamento, illustrando la struttura del documento da 300 pagine che verrà inviato alla Commissione europea alla fine della settimana. Il piano è strutturato in sei missioni principali, ma comprende anche diverse riforme e una governance su più livelli. Il Pnrr ha una portata da 248 miliardi di euro totali.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Mario Draghi ha presentato ufficialmente il suo Piano nazionale di ripresa e resilienza al Parlamento. In un lungo discorso il presidente del Consiglio ha illustrato tutti i passaggi del Pnrr, dalle missioni alle riforme, fino alla struttura della governance. Le risorse stanziate per finanziare il piano sono in totale circa 248 miliardi di euro: 191,5 provenienti dal Dispositivo di ripresa e resilienza dell'Ue; 30,6 miliardi da un Piano nazionale complementare del governo; 26 ulteriori miliardi da destinare a opere specifiche stanziati entro il 2032; e infine il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, che porterà altri 15,5 miliardi. Insomma, si tratta di un piano economicamente enorme, praticamente senza precedenti nella storia, organizzato in modo da decidere il futuro dell'Italia.

Le sei missioni del Pnrr di Draghi

Draghi ha illustrato le sei missioni che comporranno il Pnrr. La prima riguarda digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 50 miliardi stanziati per investire "nella crescita dimensionale delle nostre imprese e in filiere ad alta tecnologia". La chiave è nella volontà di "accelerare l’adozione della tecnologia nel pubblico e nel privato", rilanciando "cultura e turismo", due settori fondamentali. La seconda missione è sulla rivoluzione verde e sulla transizione ecologica e "si occupa della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’agricoltura sostenibile, dell’inquinamento": 70 i miliardi stanziati. La terza missione riguarda "una rete di infrastrutture moderna, digitale e interconnessa", con più 31 miliardi destinati. La quarta è su istruzione e ricerca per "sostenere la sua integrazione con il sistema produttivo", a cui vanno quasi 32 miliardi. La quinta missione è destinata alle politiche attive del lavoro e della formazione, con fondi che superano i 22 miliardi. Qui sono previste misure specifiche per il lavoro femminile e giovanile. La sesta e ultima missione sei riguarda la salute, con due obiettivi principali: "Rafforzare la prevenzione sul territorio e digitalizzare il sistema sanitario per garantire a tutti l’accesso alle cure".

Le riforme previste dal piano del governo

Il presidente del Consiglio ha spiegato che il suo Pnrr sarà incentrato anche e soprattutto sulle riforme. In primis quella della giustizia, che "affronta i nodi strutturali del processo civile e penale". Bisogna accorciare i tempi: "Questo è uno degli impegni più importanti ed espliciti che abbiamo preso verso l’Unione europea", ha detto chiaramente Draghi, aggiungendo che l'obiettivo ambizioso è di "ridurre i tempi dei processi del 40% per il settore civile e almeno del 25% per il penale". La seconda riforma riguarda la Pubblica amministrazione ed è strutturata su quattro ambiti: assunzioni e concorsi, buona amministrazione, rafforzamento delle competenze e digitalizzazione. È prevista anche una "semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni" e l'opera di "abolizione delle norme che non aiutano la concorrenza".

Come sarà strutturata la governance

Draghi ha spiegato che la governance del Pnrr sarà strutturata su diversi livelli: "L’attuazione delle iniziative e delle riforme" e "la gestione delle risorse finanziarie", saranno responsabilità "dei Ministeri e le autorità locali". Il monitoraggio, il controllo, la rendicontazione e i contatti con la Commissione europea sono invece affidati al Tesoro. Inoltre ci sarà una cabina di regia della Presidenza del Consiglio "con il compito di interloquire con le amministrazioni responsabili in caso di riscontrate criticità nell’attuazione del Piano". Draghi ha sottolineato anche il ruolo importante che svolgeranno le Regioni e gli Enti locali, responsabili della realizzazione di "quasi 90 miliardi di investimenti, circa il 40% del totale".

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