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Cingolani: “Anche con tetto al prezzo del gas, le bollette non scenderanno prima di due o tre mesi”

“Nell’ipotesi che vengano approvate queste misure su cui stiamo lavorando, come il price cap europeo, nella migliore delle ipotesi ci vorranno due-tre mesi prima che le bollette tornino a scendere”: lo ha messo in chiaro il ministro Roberto Cingolani.
A cura di Annalisa Girardi
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Se anche dovesse venire approvato il tetto al prezzo del gas a livello europeo, le bollette comunque non scenderanno prima di due o tre mesi. Lo ha messo in chiaro il ministro della Transizione ecologica uscente, Roberto Cingolani, ospite della puntata di Porta a Porta che andrà in onda questa sera. "Nell'ipotesi che vengano approvate queste misure su cui stiamo lavorando, relative al price cap europeo, a una norma europea che poi gli Stati recepiscono e applicano, nella migliore delle ipotesi ci vorranno due-tre mesi prima che le bollette tornino a scendere", ha detto.

Per poi parlare delle misure che stanno introducendo i vari Paesi europei per contrastare i rincari. "La Germania ha dichiarato di voler mettere 200 miliardi di euro – che nessuno ha ancora visto – per fare mitigazione dei costi, esattamente quello che abbiamo fatto noi con i 66 miliardi stanziati negli ultimi dodici mesi. La La Spagna ha messo un tetto nazionale al prezzo di gas ed elettricità perché è un paese energeticamente isolato. La Francia ha prima contingentato una parte dell'energia elettrico-nucleare e poi l'ha aumentata, arrivando a nazionalizzare l'Edf. Nel caso dell'Italia sarebbe difficilissimo, sarebbe un suicidio energetico, perché noi essendo connessi a mezza Europa se mettessimo un tetto al prezzo del gas, quel gas se lo comprerebbero tutti i colleghi europei, e noi daremmo la differenza agli operatori che l'energia dovrebbero pagarla a prezzo pieno, sancito dalle Borse", ha spiegato.

La soluzione, secondo lui, è quella di rivedere il meccanismo con cui si forma il prezzo del gas. "Il costo del gas dipende da questa malaugurata convenzione che ci porta a formare i prezzi al mercato Ttf olandese, che è un mercato volatile, poco affidabile. Abbiamo deciso di costruire insieme ad altri stati europei un documento che avrà una dozzina di punti fermi. In questo diremo che visto che l'indice Ttf è poco affidabile, serve riferire il prezzo del gas a un indice medio che tenga conto di altre borse, molto più solide e meno perturbate", ha affermato.

Per poi riepilogare quanto fatto dall'Italia in questi mesi per diminuire la dipendenza dal gas russo e rendersi quindi meno vulnerabile alla crisi energetica: "L'Italia con la sua diversificazione ha sostituto già da mesi i 29 miliardi di metri cubi che verrebbero meno dalla Russia, con 25 miliardi di metri cubi da altre fonti. Noi abbiamo ridotto la dipendenza dal gas russo da circa il 40% al 18-20% attuale. La cosa fondamentale ora è installare il rigassificatore già acquistato, in modo da dimezzare ulteriormente la dipendenza dai russi. In casi di eventi di natura estrema è evidente che dovremo essere pronti a potenziare il piano di risparmi, ma va ricordato che abbiamo già superato il 90% degli stoccaggi. Mi rendo conto della sofferenza di famiglie e imprese, ma il percorso che stiamo facendo in Europa va nella direzione corretta".

Su questo percorso Cingolani ha messo in chiaro la continuità tra il governo dimissionario, di cui fa parte, e il nuovo esecutivo che con ogni probabilità sarà guidato da Giorgia Meloni. "Io mi sto impegnando fortemente per passare tutto quello che noi stiamo facendo anche al futuro governo, perché su questa cosa ci deve essere una continuità dell'Italia a livello internazionale, nella speranza di non perdere nemmeno un giorno nel passaggio. E devo dire che ho trovato molta recettività dall'altra parte", ha detto. Proprio questo pomeriggio Cingolani ha incontrato Meloni a Montecitorio. "Al centro del colloquio – fanno sapere da Fratelli d'Italia in una nota – il dossier energetico e il punto sulle dinamiche in discussione in sede europea per contenere il prezzo dell'energia".

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