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Chi è Giorgia Meloni, la biografia dell’attuale presidente del Consiglio

Dal Fronte della gioventù ad Azione giovani, da ministra con Berlusconi a leader di di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni, attuale presidente del Consiglio e la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire questo ruolo, ha un lungo passato politico nella destra, anche radicale.
A cura di Luca Pons
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Giorgia Meloni, politica e giornalista italiana, è nata a Roma il 15 gennaio 1977 e ha 46 anni. Dopo che il partito di cui è leader, Fratelli d'Italia, ha ottenuto più del 26% alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 guidando la coalizione di centrodestra, Meloni è stata la prima donna nella storia d'Italia a ricevere l'incarico di formare un governo e diventare poi presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana.

Figlia di Francesco Meloni e Anna Paratore, da giovane ha studiato all'istituto professionale "Vespucci" di Roma e ha ottenuto il diploma di maturità linguistica. Ha una sorella più grande di due anni, Arianna, che il giorno dopo la vittoria alle elezioni le ha fatto le congratulazioni in un lungo post. Il suo compagno è Andrea Giambruno, giornalista che lavora a Mediaset. I due hanno una figlia, Ginevra.

Giorgia Meloni si è avvicinata alla politica fin dall'adolescenza: nel 1992, quando aveva 15 anni, si unì al Fronte della gioventù. Sono poi state diverse le tappe della sua vita e carriera politica che l'hanno portata, nel 2022, a guidare il governo italiano.

La militanza giovanile, dal Fronte della gioventù ad Azione giovani

A soli 15 anni, nel luglio 1992, Giorgia Meloni entrò nella sezione della Garbatella del Fronte della gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano, partito nato nel 1946 dai nostalgici del regime fascista. Nel libro "Io sono Giorgia" ha parlato del suo ingresso nel Fronte: fu una scelta d'istinto, ha spiegato, seguita anche all'uccisione del giudice Paolo Borsellino da parte di Cosa Nostra. Borsellino aveva idee politiche di destra e sosteneva posizioni non lontane da quelle del Msi, ma Meloni non ha mai detto se questo abbia influenzato la sua scelta.

Quando Giorgia si unì al Fronte, l'ambiente della Garbatella non era particolarmente orientato a sinistra, per quanto il quartiere storicamente abbia avuto carattere operaio: due anni dopo l'ingresso di Meloni, alle elezioni nazionali del 1994, nel collegio di Ostiense-Garbatella vinse il candidato di Forza Italia. Il passo successivo per Meloni fu il passaggio alla sezione del Fronte di Colle Oppio, la più grande e importante di Roma. Qui svolse attività di vera e propria militanza: dai volantini, ai comizi, ai dibattiti di quartiere.

Nel 1994, quando Gianfranco Fini trasformò l'Msi in Alleanza nazionale, il Fronte della gioventù diventò Azione giovani. Il simbolo rimase lo stesso – una mano nera che impugna una fiaccola con una fiamma tricolore – e sarebbe rimasto simile anche per Gioventù nazionale, l'organizzazione giovanile del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. Qui la mano è blu, e regge una bandiera tricolore nella stessa forma della fiamma del Fronte della gioventù.

La presidenza di Azione giovani e l'elezione in Parlamento

In questo periodo, nel 1996, Meloni fu intervistata dalla televisione francese d’Oltralpe Soir 3 come militante di Alleanza nazionale, e in lingua francese (si è diplomata al liceo linguistico) disse che "Mussolini è stato un buon politico. Tutto quello che ha fatto l'ha fatto per l'Italia. Non abbiamo avuto altri politici così negli ultimi 50 anni". Negli anni successivi, Meloni si è poi allontanata dal fascismo, ma non si è mai dichiarata antifascista. In un video per la stampa estera, ha preso le distanze dal fascismo affermando che "la destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche".  In una recente intervista, le è stato chiesto di commentare le parole con cui Gianfranco Fini definì il fascismo un "male assoluto": Meloni si è limitata a ricordare che non si dissociò da queste parole, quando vennero pronunciate.

Una parte importante del percorso politico di Giorgia Meloni sono stati i raduni Atreju, che lanciò nel 1998 come dirigente di Azione giovani. Si tratta di incontri annuali che si svolgono a Roma, dal 2014 sono organizzati da Gioventù nazionale. Negli anni queste manifestazioni hanno raccolto come ospiti numerosi esponenti politici, non solo del mondo della destra. Non sono mancati, però, anche ospiti controversi come Viktor Orbán, primo ministro ungherese ospitato nel 2019 e più volte condannato dall'Unione europea come promotore di un regime illiberale nel suo Paese.

Nel marzo 2004, Meloni fu eletta presidente di Azione giovani e diventò la prima presidente donna in un'organizzazione giovanile di destra. A sostenerla, nella sua candidatura, furono uomini politici che poi sono rimasti nella sua cerchia di confidenti, come Ignazio La Russa, ma ci fu anche Maurizio Gasparri, oggi passato a Forza Italia. Lo slogan di Giorgia in quell'occasione era "Figli d'Italia". Proprio da questo sarebbe poi nato il nome del suo partito.

L'ingresso in Parlamento avvenne nel 2006, quando Meloni aveva 29 anni. Fu la parlamentare più giovane di quella legislatura. Diventò subito vicepresidente della Camera, affiancando il presidente Gianfranco Fini, leader del suo partito. Due anni dopo, le venne affidato dal governo Berlusconi il Ministero delle Politiche giovanili, che fu rinominato Ministero della Gioventù. Ancora un anno dopo, nel 2009, Alleanza nazionale si sciolse e entrò a far parte del Popolo della libertà, partito di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. Nel 2010, Fini avrebbe lasciato il PdL, ma Meloni sarebbe rimasta.

Leader di Fratelli d’Italia, dall’opposizione a oggi

La nascita di Fratelli d'Italia, infine, è arrivata nel 2012. Meloni lasciò il PdL quando Berlusconi decise di non svolgere le elezioni primarie, per decidere chi sarebbe stato il leader del partito alle elezioni politiche del 2013. Insieme a Ignazio La Russa e Guido Crosetto, Meloni creò Fratelli d'Italia. Il neonato partito prese poi l'1,9% dei voti nel 2013, e crebbe marginalmente fino al 4,3% nel 2018. Come candidata sindaca di Roma, nel 2016, Meloni prese il 20,6% dei voti, mentre la lista del suo partito ottenne il 12,2%.

Da quando è entrato in Parlamento, Fratelli d'Italia è sempre rimasto all'opposizione, sia nei governi di centrosinistra (come quello di Enrico Letta, o il Conte bis), sia in quelli più orientati a destra (come nel primo governo Conte, fondato sull'alleanza tra Movimento 5 stelle e Lega). Il prossimo governo, invece, sarà il primo in cui il partito di Giorgia Meloni sarà parte della maggioranza.

Le idee politiche e l'ideologia di Giorgia Meloni

Come è evidente dalla sua storia politica, Giorgia Meloni ha radici politiche nel mondo della destra radicale. Negli anni in cui il suo partito è stato all'opposizione, Meloni ha puntato su toni molto accesi, tanto che nel 2021 il Financial times l'ha definita "l'astro nascente dell'estrema destra italiana". Il rapporto di Meloni e del suo partito con il fascismo e il neofascismo è stato al centro di numerose polemiche, nel corso degli anni e soprattutto da quando si trova alla guida del governo, spesso a causa di interventi di esponenti del partito stesso.

Come diversi partiti di destra, Fratelli d'Italia ha posizioni molto rigide sulla gestione dell'immigrazione. Euroscettica in passato, Meloni ha iniziato a moderare a parole alcune delle sue idee durante la campagna elettorale. Nei mesi prima del voto ha proposto che si mettesse un blocco navale nel Mediterraneo, per impedire gli arrivi. Ha detto che da quando è iniziato il suo governo l'Italia non è più "succube dell'Europa" in materia di migrazioni. È contraria allo ius soli, il suo governo ha dichiarato più volte di voler cancellare la protezione speciale per i migranti che arrivano in Italia e il suo ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha parlato del rischio di una sostituzione etnica in Italia.

Meloni ha dato grande importanza al tema della natalità in campagna elettorale. Si oppone alle famiglie Lgbt, all'adozione per coppie omogenitoriali e alla pratica della gestazione per altri. Per quanto riguarda la crisi del clima, in passato Meloni ha affermato che "il fondamentalismo climatico" sia un problema e ha lasciato intendere che le priorità siano altre. Il suo governo ha rinnovato i finanziamenti pubblici per i combustibili fossili fino al 2028.

Per quanto riguarda l'economia, Meloni ha promosso una riforma fiscale che ha lo scopo di abbassare l'Irpef – soprattutto ai contribuenti più benestanti – e allentare i controlli sulle grandi aziende. Ha più volte criticato il reddito di cittadinanza, arrivando ad abolirlo già a partire dalla fine del 2023. In campo internazionale, è presidente del gruppo europeo dei Conservatori e riformatori, composto tra gli altri dal partito di governo conservatore della Polonia Diritto e giustizia e dal partito di estrema destra spagnolo Vox. In passato ha avuto ottimi rapporti personali anche con il presidente ungherese Viktor Orbán.

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