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Giorgia Meloni dice che sui migranti l’Italia era succube dell’Europa prima del suo governo

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal Piccolo di Trieste, ha difeso l’operato del suo governo in Europa: le trattative sui migranti “sono appena iniziate” ma ci sono già “passi avanti impensabili”, ha detto.
A cura di Luca Pons
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"Non ho nessuna intenzione di cedere all'ideologia della resa che ci aveva reso succubi in Europa su un tema cruciale per il futuro della nazione". Lo ha detto Giorgia Meloni in un'intervista al Piccolo di Trieste, a pochi giorni dalle elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia, riferendosi alla questione delle persone migranti.

"L'emergenza del fronte Sud, quello del Mediterraneo centrale e orientale, è sotto gli occhi di chi vuol vedere", ha dichiarato la presidente del Consiglio, ma "il nostro approccio al problema dell'immigrazione illegale è chiaro, gli ingressi clandestini in Italia sono un danno prima di tutto per chi cerca un nuovo inizio nella nostra nazione, rispettando la legge. Questa per me è la condizione essenziale, tutto il resto è una conseguenza". Il primo decreto del governo sull'immigrazione – arrivato poco dopo la strage del naufragio di Cutro – si è concentrato soprattutto sui rimpatri e su un nuovo reato per punire gli scafisti, con l'idea che questo possa limitare le partenze di migranti e quindi i rischi.

L'obiettivo dichiarato da Meloni è di avere una "immigrazione regolata e gestita secondo i bisogni dei territori, delle popolazioni, delle imprese", per questo il decreto di Cutro è intervenuto anche per modificare il decreto flussi e la gestione degli ingressi in Italia. Una parte importante delle riforme sull'immigrazione dovrebbe passare da accordi con l'Europa – di cui Meloni non vuole più essere "succube" – e attualmente "il nostro negoziato con l'Unione europea è all'inizio e sta già dando i suoi frutti, sono stati fatti passi avanti impensabili", ha detto la leader del governo. All'ultimo Consiglio europeo, però, il tema delle migrazioni è stato relegato in secondo piano.

L'Italia è "esempio di stabilità economica", ma "i governi precedenti hanno lasciato delle ‘sorprese'"

Meloni ha parlato anche della situazione economica italiana: oggi il Paese per lei è un "esempio di stabilità", ha detto. "Non ci lamentiamo, ci rimbocchiamo le maniche, lavoriamo per gli italiani che ci hanno conferito il mandato con un voto chiaro. Abbiamo tutelato i contribuenti, protetto il risparmio, rassicurato chi compra e vende i nostri titoli di Stato". A sostegno di questa definizione ci sarebbero "i numeri della stabilità economica, risultati concreti, misurabili: la legge di Bilancio ha superato benissimo la prova dell'Unione europea e dei mercati, lo spread tra Btp e Bund è a 180 punti base, il nostro sistema bancario è affidabile".

Nell'intervista c'è stata anche una frecciata al governo Draghi – come accade spesso negli ultimi giorni – e al Movimento 5 stelle, quando la presidente del Consiglio ha affermato che "nonostante lo scenario difficilissimo, il più complesso dal dopoguerra" e una "serie di ‘sorprese' che abbiamo trovato al nostro arrivo a Palazzo Chigi, con lo Stato trasformato in un bancomat per pagare il reddito di cittadinanza ai troppi che non ne hanno diritto e un Superbonus sulle ristrutturazioni edilizie che troppo spesso era un abuso o una truffa a danno dei contribuenti onesti, che ora si ritrovano sulle spalle un fardello di 2 mila euro a testa", adesso si sta "voltando pagina".

Ucraina, la ricostruzione sarà un'opportunità per le aziende italiane

L'Ucraina per l'Italia è "una speranza di pace e un'opportunità per il futuro", perché "quando la guerra finirà – e io mi auguro che accada presto – le imprese italiane saranno pronte a cogliere la sfida per far rinascere l'economia di Kiev". Meloni ha rilanciato così la Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina che si terrà a Roma il 26 aprile, dicendo che il presidente Volodymyr Zelensky "al telefono mi ha manifestato il suo grande apprezzamento".

La presidente del Consiglio ha parlato anche delle elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia, dove si prospetta un inedito successo di Fratelli d'Italia all'interno della coalizione di centrodestra, cosa che porterà a riassestare gli equilibri dell'alleanza con Lega e Forza Italia. Meloni ha glissato sul tema: "Quello che mi interessa è la vittoria del centrodestra e di Massimiliano Fedriga, un ottimo presidente. Il giorno dopo il voto è sempre quello giusto per fare un bilancio, sta per arrivare, siamo agli ultimi cento metri e Fratelli d'Italia darà un contributo".

Sull'autonomia differenziata tra le Regioni, la realtà per Meloni è che il centrodestra oggi governa "quasi tutte le Regioni e lo facciamo sempre con la bussola dell'unità nella diversità, anche a livello delle amministrazioni locali". Con l'autonomia, quando questa dovesse entrare in vigore, "il Fvg non perderà niente di quello che ha, se lo vorrà potrà aggiungere nuove competenze e contare su un aspetto che finora viene taciuto e invece costituisce una garanzia per chi è già virtuoso e chiede che le risorse del bilancio dello Stato vengano ben impiegate: tutti dovranno spendere meglio".

Infine, sull'area dei Balcani la presidente del Consiglio ha detto che "l'integrazione nell'Ue è un elemento chiave, la complementarietà tra la nostra manifattura e il sistema economico dei Balcani è crescente", e per questo l'Italia punta a "vedere tutti gli Stati dei Balcani occidentali in un prossimo futuro all'interno dell'Unione europea".

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