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L’Italia ha bisogno di molti più migranti rispetto a quelli previsti dal decreto Flussi

L’Italia ha un enorme bisogno di lavoratori migranti, come dimostrato dal click day di ieri per il decreto Flussi: in un’ora sono arrivate il triplo delle richieste da parte delle imprese rispetto ai posti disponibili.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Italia ha bisogno di migranti. È l'unica grande verità che emerge dalla giornata di ieri, in cui si è aperto e chiuso in meno di un'ora il clickday per le quote del decreto Flussi approvato a fine anno dal governo Meloni. A lamentarsi sono le imprese e le associazioni: segnalano un bisogno maggiore di manodopera che – con ogni probabilità – rimarrà inevaso. Troppo pochi 82mila posti, a fronte di un numero di domande tre volte superiore. Tutto nella prima ora di apertura della piattaforma: la richiesta, perciò, potrebbe essere ancora più ampia. Il dato del Viminale – nella prima ora con l'immediato overbooking – segnala 238.335 domande a fronte di 82.705 quote previste dal decreto. A fine giornata erano oltre 240mila.

È scattata immediatamente la protesta da parte di Coldiretti: "Nelle campagne con l'arrivo della primavera c'è bisogno di almeno 100mila lavoratori per colmare la mancanza di manodopera – ha detto il presidente Ettore Prandini – è una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge". La ministra del Lavoro Calderone ha risposto sottolineando che il governo punta sulla "immigrazione qualificata e formazione dei lavoratori", non perché "non vogliamo essere accoglienti", ma perché proprio dalle imprese arriva la richiesta di "avere manodopera qualificata".

"Oggi si è fatto il clickday e quindi la prenotazione dei flussi – ha continuato Calderone – Ora noi dobbiamo guardare a un tema più complesso, quello dell'incrocio tra domanda e offerta di lavoro, non legato ovviamente solo al tema della migrazione, e quindi a come gestire il lavoro degli immigrati. Ma in generale a come integrare al lavoro tutti quelli che oggi sono fuori dal mercato". Insomma, di un nuovo decreto Flussi – al momento – non se ne parla.

Protestano anche i rappresentanti di colf e badanti: "Nessun clickday oggi per le famiglie datrici di lavoro domestico, rimaste ingiustamente escluse a causa di una mancata programmazione che va avanti da oltre 12 anni e che sta rendendo figure come colf e badanti irreperibili sul mercato del lavoro – ha attaccato Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – Al governo e al ministro Calderone chiediamo di allargare le maglie del decreto flussi, prevedendo quote anche per il settore domestico. Per soddisfare le esigenze delle famiglie servirebbero 23mila nuovi lavoratori non comunitari l’anno, 68 mila nel triennio 2023-2025".

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