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Caso Uggetti, Lezzi (ex M5s): “Messaggio di Di Maio intempestivo, se lui è pentito io non lo sono”

L’ex ministra Barbara Lezzi critica il ministro Luigi Di Maio per la lettera di scuse sul caso Uggetti: “Rivendico quel coraggio del M5S di allora di accendere il faro sull’opportunità politica: qui non si tratta di giustizia, è un dato conclamato che nel nostro Paese ci sono amministratori, parlamentari, che negli anni sono stati oggetto di indagini e spesso di condanne”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ex ministra per il Sud Barbara Lezzi torna sul caso di Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi, che è stato assolto dall'accusa di turbativa d'asta per il ‘caso piscine': "Io non ho da chiedere scusa. In realtà i fatti ci raccontano che ci fu pure una confessione da parte sua: dichiarò di non essere stato proprio lineare in quella operazione. Ma, al di là di questo, rivendico quel coraggio del M5S di allora di accendere il faro sull'opportunità politica: qui non si tratta di giustizia, è un dato conclamato che nel nostro Paese ci sono amministratori, parlamentari, che negli anni sono stati oggetto di indagini e spesso di condanne. Nel caso di Uggetti leggeremo, c'è stata prima una condanna, poi un'assoluzione. Buon per lui per carità, ma leggeremo la sentenza". Lo ha detto in un'intervista alla Stampa l'ex pentastellata, espulsa dal Movimento per non avere votato la fiducia al governo Draghi, commentando così la lettera di scuse del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul caso Uggetti, inviata al Foglio, e considerata da diversi leader politici come una svolta dell'ex capo politico del Movimento.

Quello di Luigi Di Maio "è un messaggio intempestivo, si rischia di dare il segnale di un abbassamento della guardia. Se lui è pentito, io non lo sono". 

Alla domanda se pensa che il M5S stia accettando troppi compromessi pur di stare al governo, Lezzi risponde così: "Mi auguro di no, per il Paese. Ma quello che chiederei a Di Maio – se me lo trovassi di fronte – è: quindi durante il governo Conte I abbiamo sbagliato a chiedere la rimozione di Siri e Rixi? Io ritengo ancora di no. Lui si è pentito? Io no. Peraltro, non gli chiedemmo di andarsene dal Parlamento: abbiamo chiesto che lasciassero il posto al governo perché forse avevano commesso un illecito. Lo stesso vale per Lodi, c'era una probabilità che fosse stato commesso un illecito. È questa la valutazione che si deve fare". Il riferimento di Lezzi è al caso sottosegretario e viceministro della Lega che lasciarono a causa delle indagini su di loro.

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