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“Carola ha salvato vite umane, l’Ue dovrebbe lodarla”: il racconto di un migrante della Sea Watch 3

Khadim Diop, ha 24 anni, viene dal Senegal ed era a bordo della Sea Watch 3. “L’unica cosa di cui avevamo paura era di essere riportati il Libia. Non è stato facile, ma questa donna, il capitano Carola Rackete, ci ha dato coraggio, non si è mai arresa”. Matteo Salvini? “In parte ha ragione, vuole che l’Europa faccia la sua parte”.
A cura di Annalisa Girardi
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"Non c'era molto cibo, molte persone stavano male. Non è stato facile, ma questa donna, il capitano Carola Rackete, ci ha dato coraggio, non si è mai arresa e ha tenuto alto in nostro morale": con queste parole uno dei migranti sbarcati dalla Sea Watch 3 racconta a un'inviata di Euronews a Lampedusa le settimane di stallo nel Mediterraneo. Il suo nome è Khadim Diop, ha 24 anni e viene dal Senegal."L'unica cosa di cui avevamo paura era di essere riportati il Libia. Ma lei ci diceva sempre di non preoccuparci, che non saremmo tornati indietro ma che ci avrebbe portato a destinazione. È una brava ragazza, l'Unione europea dovrebbe lodarla. Ha dato tutto, quando sono arrivati i libici per riportarci indietro lei ha resistito. Ci sono state delle discussioni, ma lei si è opposta", continua il ragazzo.

La giornalista di Euronews, Giorgia Orlandi, nel suo profilo Twitter racconta la storia di Khadim Diop. Era in Libia da due anni: si era recato nel Paese per provare ad arrivare in Europa, ma era stato venduto dai trafficanti come schiavo a Ben Wahlid, un luogo dove ha subito violenze fisiche ripetutamente. Dopo essere riuscito a scappare, ha passato 26 giorni in un centro di detenzione, e poi ha provato ad attraversare il Mediterraneo per la seconda volta, in quest'occasione con successo. "La capitana ha fatto tutto ciò che poteva per noi. La ringraziamo: non dovrebbe preoccuparsi adesso, perché ha salvato delle vite umane".

L'inviata chiede al ragazzo cosa succede nel centro di detenzione di Ben Whalid, se ci sia un vero e proprio sistema dietro la tratta di esseri umani. Khadim Diop risponde così: "Certo che c'è un sistema. Assieme a me c'erano più di 300 persone. A Ben Whalid tutti sanno cosa succede, è questo che fanno, vendono persone: neri ma non solo, anche egiziani, tunisini. Portano le persone in una casa isolata, poi le prendono una alla volta e le portano in una stanza con il telefono. Ci sono cavi elettrici ovunque. Quindi ti dicono: chiama i tuoi genitori e fatti mandare del denaro contante. Se non lo fai, ti picchiano, possono persino ucciderti. Tu cerchi di dire di no, non lo faccio, ma loro cominciano a picchiarti, così finisci per fare quella telefonata. Appena comincia la chiamata, usano i cavi per darti la scossa ai piedi. Ti fanno urlare dal dolore. I genitori al telefono sentendo quelle urla si spaventano, è così che li convincono a pagare".

Il ragazzo sa chi è Matteo Salvini. "In realtà credo che in parte abbia ragione", commenta. "Vuole che l'Europa faccia la sua parte sui migranti. La Germania deve prenderne una quota, così come la Francia e gli altri Paesi. Non si può lasciare fare tutto all'Italia. C'è crisi ovunque, non è facile per nessuno". Va ricordato che l'Italia non è fra i Paesi in Europa che accolgono più rifugiati. Germania e Francia ne accolgono in quote più alte, come spiega questo InfoData del Sole 24 Ore: infatti dei dati del 2018 mostrano che per ogni mille abitanti in Germania ci sono 8,1 rifugiati e in Francia 4,6. Nel nostro Paese sono solo 2,4. Gli Stati che accolgono di più in assoluto sono la Svezia, con 23,4 rifugiati ogni mille cittadini, e Malta con 18,3. Anche per gli arrivi, ci sono Paesi che devono gestire più sbarchi rispetto all'Italia. Se quest'anno sono arrivati alle coste italiane 2,755 migranti, in Spagna sono sbarcate almeno 12,522 persone mentre in Grecia 18,294.

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