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Bonus Covid, dai sindaci agli assessori regionali: chi sono i politici che l’hanno chiesto

Non solo i tre deputati. Tra i politici che hanno chiesto (e molto spesso ricevuto) il bonus da 600 euro erogato dall’Inps alle partite Iva in difficoltà durante l’emergenza Covid-19 figurano anche 2mila amministratori locali. Tra di loro ci sono tanti consiglieri comunali, ma anche alcuni sindaci. Oltre ai consiglieri e agli assessori regionali che percepiscono stipendi molto più alti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Gli ultimi nomi emersi sono, probabilmente, quelli più altisonanti: la Lega, infatti, ha sospeso due deputati per aver richiesto e ricevuto il bonus da 600 euro erogato dall’Inps durante l’emergenza Coronavirus. I due parlamentari sospesi sono Andrea Dara ed Elena Murelli. Ci sono, poi, altri tre deputati che avrebbero chiesto il bonus: uno della Lega, uno del Movimento 5 Stelle (qualcuno dice ex M5s) e uno di Italia Viva. Ma ad averlo ricevuto sarebbe solo quello (ex?) pentastellato. Venerdì i nomi dei deputati che hanno ottenuto il bonus dovrebbero essere svelati dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in audizione in commissione Lavoro. Ma a chiedere il bonus sono stati anche altri 2mila politici tra consiglieri regionali, assessori, sindaci e consiglieri comunali. Va comunque sottolineato che gli stipendi di chi ricopre cariche comunali o municipali son ben diversi da quelli di parlamentari e consiglieri regionali.

I sindaci e i consiglieri comunali che hanno ricevuto il bonus

La prima ad autodenunciarsi, in assoluto, è stata la consigliera comunale milanese Anita Pirovano. Non di certo il caso più clamoroso. Si sono aggiunti anche alcuni sindaci, come il leghista Juri Imeri, primo cittadino di Treviglio. Poi il caso del primo sindaco capoluogo, ovvero il 5 Stelle Roberto Gravina, a Campobasso: dice di aver devoluto quei soldi a un fondo del Comune. Altro caso eclatante è stato quello del coordinatore del centrodestra al consiglio comunale di Firenze, Ubaldo Bocci. Il manager, che era stato sconfitto da Nardella alle ultime elezioni, si è dimesso dal ruolo di coordinatore e sostiene di aver devoluto quei soldi in beneficenza. Tra i percettori del bonus ci sarebbe anche il presidente del consiglio comunale di Novara, Gerardo Murante.

I casi nelle Regioni: dal Veneto al Piemonte

Diverso il discorso per gli esponenti che ricoprono ruoli nelle Regioni, dove gli stipendi sono ben più alti. Nella lista c’è Stefano Bargi, consigliere leghista in Emilia-Romagna, che ora è stato sospeso dal partito. Lo ha annunciato Matteo Rancan, capogruppo leghista in Regione. "Il provvedimento disciplinare è identico a quello assunto per i deputati che si trovano nella medesima situazione. L'immagine della Lega e la buona volontà di migliaia di sostenitori non possono essere offesi da comportamenti sconvenienti, per quanto del tutto legali".

In Trentino è stato sospeso il leghista Ivano Job, mentre in Friuli Venezia Giulia il consigliere di Forza Italia Franco Mattiussi. Bonus ricevuto anche dall’assessore al Turismo della Regione Marche, Moreno Pieroni. Molti i casi in Piemonte: il consigliere leghista Matteo Gagliasso, quello del Pd Diego Sarno (che si è autosospeso) e Claudio Leone, della Lega, che dice di aver “provveduto allo storno delle cifre restituendo i due bonus”. Poi c’è il caso Veneto che ha suscitato la rabbia di Luca Zaia. Perché tra chi l’ha chiesto c’è anche il suo vice, Gianluca Forcolin. Oltre a due consiglieri regionali leghisti: Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli.

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