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Bonus Covid a parlamentari, Rizzone espulso dal M5s: aveva incassato indennità da 600 euro

Il Movimento 5 Stelle ha espulso Marco Rizzone, il deputato pentastellato che ha richiesto e incassato il bonus da 600 euro istituito per i lavoratori autonomi durante l’emergenza Covid. Rizzone è stato uno dei tre parlamentari (gli altri due sono i leghisti Dara e Murelli) ad aver ricevuto l’indennità.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il deputato Marco Rizzone è stato espulso dal Movimento 5 Stelle il 14 settembre 2020. Ad annunciarlo è un post sul blog delle stelle firmato dal Movimento, con un post scriptum nel quale si riporta la notizia. Rizzone era stato protagonista dello scandalo dei parlamentari che hanno ricevuto il bonus Covid da 600 euro durante il periodo di emergenza sanitaria. Il deputato, ormai ex M5s, aveva fatto richiesta dei 600 euro messi in campo dal governo e aveva incassato il contributo previsto per il periodo del lockdown. L’annuncio arriva attraverso un post nel quale, in realtà, l’argomento è ben diverso. Il post sul blog delle stelle, infatti, si concentra sul principio della rappresentanza parlamentare in vista del referendum sul taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre.

Rizzone espulso dal M5s: aveva intascato bonus Covid

Rizzone è stato espulso dal Movimento 5 Stelle in seguito alla richiesta del bonus Covid da 600 euro rivolto ai lavoratori autonomi in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus. Sono stati tre i parlamentari a ricevere questo bonus: oltre a Rizzone ci sono i due leghisti Elena Murelli e Andrea Dara. Il reggente del M5s, Vito Crimi, aveva subito fatto sapere di aver segnalato il deputato Rizzone al collegio dei probiviri, chiedendo “la sospensione immediata e massima severità nella sanzione”.

La giustificazione di Rizzone: è stata una leggerezza

Il deputato espulso dal Movimento 5 Stelle si era giustificato sostenendo che la sua era stata una leggerezza e che, essendosi tagliato lo stipendio da parlamentare, non lo faceva di certo per arricchirsi. “Pur non avendo materialmente richiesto io quanto previsto dalla legge per la mia categoria di partita Iva – spiegava Rizzone – non incolperò (come hanno fatto altri) il mio commercialista dicendo che in automatico, sulla scia di altri assistiti, ha inoltrato la richiesta anche per me. Ne riconosco l'inopportunità e, consapevole che in ogni caso la responsabilità ultima è solo mia, sono pronto ad assumermela tutta e fino in fondo, come ho sempre fatto. Però ora vi assicuro che pretenderò che si vada fino in fondo su una serie di altre ‘questioni morali' anche più serie di questa ‘leggerezza' e che forse sarebbe il caso di affrontare nel rispetto di chi ci ha eletti (e chi mi conosce sa che non demordo)”. Per l’ex deputato il decreto che ha istituito il bonus era “scritto palesemente male”.

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