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Blitz al citofono, Gabrielli contro Salvini: “Stigmatizzo chi fa giustizia porta a porta”

Anche il capo della Polizia Franco Gabrielli critica Matteo Salvini per il video in diretta Facebook, in cui ha accusato di spaccio un ragazzo di origini tunisine, citofonando alla sua abitazione: “Stigmatizzo sia quelli che fanno giustizia porta a porta, sia quelli che accusano la Polizia in maniera indiscriminata”
A cura di Annalisa Cangemi
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Il gesto plateale di Matteo Salvini, che in diretta social si è avvinato due giorni fa a un'abitazione privata a Bologna, suonando a un citofono alla ricerca di un presunto spacciatore, un ragazzo minorenne di origini tunisine che gli era stato segnalato da una comune cittadina, non è piaciuto al capo della Polizia Franco Gabrielli: "Stigmatizzo sia quelli che fanno giustizia porta a porta, sia quelli che accusano la Polizia in maniera indiscriminata", ha dichiarato, a margine di un convegno a Pordenone.

Gabrielli nella sua dichiarazione difende anche le forze dell'ordine, e fa riferimento alla vicenda del Cpr di Gradisca, dove per la morte di un migrante georgiano sono stati accusati alcuni agenti: "Fare parallelismi a dir poco arditi di una vicenda che non è stata ancora definita con vicende per la quale sono stati impegnati anni e processi, lo trovo assolutamente offensivo", ha detto il capo della Polizia, a proposito appunto del paragone tra la morte di Vakhtang Enukidze e il caso Cucchi, paragone fatto dal deputato radicale Riccardo Magi.

"In queste ore ci sono state delle affermazioni gravissime: dire che questa persona è morta per le percosse subite quando c'è un'indagine in corso e deve ancora essere effettuata l'autopsia è a dir poco ardito".

Nel suo blitz al citofono Salvini è stato accompagnato dalla signora Anna Rita Biagini, che da tempo ormai segnala alle forze dell'ordine la presenza di traffico di droga nel quartiere Pilastro a Bologna. "Ho già fatto chiudere un bar qui vicino per stupefacenti", ha raccontato la donna, che circa 13 anni fa ha perso il figlio trentenne, tossicodipendente e malato di Sla. "Buonasera signora, suo figlio è uno spacciatore?", questa la frase incriminata pronunciata dal segretario della Lega, a pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna di domenica 26 gennaio.

E la storia si è ripetuta oggi, quando a Modena, Salvini ha accusato un esercizio commerciale, divulgandone anche l'indirizzo, sulla base di una semplice segnalazione di un comitato di donne del quartiere: "Al civico 38 spacciano, non serve citofonare, l’hanno già chiuso. Ogni volta che posso dare una mano a mamme e persone che denunciano queste cose, io la do. La sinistra invece continua a non farlo nemmeno in Parlamento", ha detto Salvini in piazza a Modena.

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