Berizzi: “Prima i fascisti si nascondevano, oggi per colpa di Salvini e Meloni non è più così”
“Il mio è un triste primato, un piccolo indicatore del clima che si respira in Italia e del grado di intimidazione nei confronti degli giornalisti”. Esordisce così Paolo Berizzi, unico giornalista europeo sotto scorta per minacce ricevute da gruppi neofascisti e neonazisti, intervenuto nella diretta live su YouTube di Fanpage.it. Un tema quello del Fascismo quanto mai attuale a seguito dell'attacco alla sede della Cgil di Roma nel corso della manifestazione No Green Pass. Un attacco guidato dai leader neofascisti Roberto Fiore e Giuliano Castellino. “Sono immagini che ci riportano a un secolo fa, quando il Fascismo ‘debuttò’ assaltando le sedi dei sindacati e le redazioni dei giornali. Sappiamo tutti com'è andata dopo…" evidenzia Berizzi.
Perché in Italia il Fascismo è accettato e sdoganato? "La situazione in Italia è stata sottovalutata negli ultimi anni da parte di chi ha il dovere costituzionale di contrastare questo fenomeno. Ma il Fascismo è un reato come stabilisce la Costituzione" ricorda Berizzi. Ma allora perché c'è questa idea che oggi in Italia sia in qualche modo accettato e sdoganato?
Per una serie di fattori – risponde il giornalista – prima si riteneva che il Fascismo non faceva più paura e ci fosse un Fascismo buono (vedi i pacchi alimentari) poi prima i fascisti avevano paura di uscire allo scoperto e aspettavano una possibilità per tornare in campo, ma oggi non è più così perché c’è chi in campo ce li ha fatti tornare. Mi riferisco a politici come Salvini e Meloni che hanno sdoganato questi gruppi di estrema-destra, li hanno coccolati e ci sono andati a braccetto, condividendo anche spazi e simboli come Fratelli d’Italia o fa cene commemorative della Marcia su Roma, come successo due anni fa ad Ascoli Piceno" sottolinea Berizzi.
È plausibile arrivare allo scioglimento di questi gruppi? “Me lo auguro, lo chiedo da 20 anni" dice il giornalista È possibile perché la legge Scelba permette di chiudere partiti come Forza Nuova. Ci sono solo due precedenti in Italia, che quindi fanno testo. Anche in altri Paesi è successo, vedi in Grecia con Alba Dorata ma anche in Francia e Germania. Ben vengano quindi le mozioni presentate in Parlamento".
Come mai ci si avvicina alla destra estrema? “C’è un problema da qualche anno. I fattori scatenanti sono diversi e riguardano la stagione che stiamo attraversando. Succede quando le società mostrano le proprie fragilità, non solo economiche, ma vedi anche la crisi sanitaria degli ultimi due anni e che ci ha fatto sentire più insicuri… in quel momento riemergono queste realtà; è come se la popolazione sentisse la necessità di proteggersi, come per il fenomeno dei flussi migratori. Chiudersi ci fa sentire più protetti. I casi sono tanti nel mondo, vedi Trump, Bolsonaro, Orban. Sicuramente vanno menzionate anche le risposte che la sinistra non è stato in grado di dare in questi anni, specialmente nelle periferie dove lo Stato è percepito come qualcosa di lontano e in quegli spazi i fascisti sono entrati, ad esempio coi pacchi alimentari.
Come si vive sotto scorta? “Non è semplice, è una compressione delle libertà – ammette Berizzi – devi rendere sempre conto di ciò che farai e dove andrai agli umani della scorta. Molte delle cose che facevi prima non puoi più farlo, tipo le inchieste sottocopertura che facevo prima, ma ora il mio volto è pubblico e sono accompagnato sempre da carabinieri … Purtroppo in Italia c’è l’idea che la scorta venga data per simpatia, ma non è così ci sono uffici che decidono a chi darla e non si può revocare”. Nel corso dell'intervento è stato mostrato anche uno spezzone della seconda puntata dell'inchiesta Lobby Nera di Fanpage.it nel quale alcuni partecipanti ad una cena elettorale si scattano una foto e al posto del ‘Cheese' urlano ‘Berizzi': “Mi vogliono bene, brindano alla mia salute” scherza il giornalista, che poi assicura: "non ho mai interrotto il mio lavoro, anzi le continue minacce ricevute in questi anni mi hanno dato la forza per farmi capire che la direzione che ho preso è quella giusta. Evitare di denunciare questi gruppi sarebbe come abdicare al dovere di cronista".