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Anche l’Agenzia Antifrode dell’Unione europea ha aperto delle indagini sulla gestione del Pnrr

A preoccupare sarebbero alcuni “problemi classici” riguardanti la possibilità di frode e “il modo in cui sono stati progettati i sistemi di controllo”. Le indagini, ha ribadito l’Agenzia Antifrode dell’Ue, riguardano “casi specifici”: non è ancora chiaro quali siano i Paesi al momento sotto osservazione.
A cura di Annalisa Girardi
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Anche l'Agenzia antifrode dell'Unione europea (Olaf) apre "una serie di indagini" sulla gestione del Pnrr da parte dei governi nazionali. O meglio, di alcuni governi. A preoccupare sarebbero alcuni "problemi classici" riguardanti la possibilità di frode e "il modo in cui sono stati progettati i sistemi di controllo". Le indagini, ha ribadito l'Olaf, riguardano "casi specifici", ma non è stato però specificato quali siano i Paesi al momento sotto osservazione. Sulle inchieste concluse nel 2022, invece, è stata pubblicata la classifica degli Stati interessati: l'Italia è al secondo posto, davanti a noi solo l'Ungheria.

L'anno scorso ci sono state dieci indagini sulla gestione italiana del Pnrr, nove delle quali si sono concluse con raccomandazioni specifiche. Lo stesso numero di raccomandazioni è arrivato al governo ungherese, su cui erano state però aperte ben 15 procedure.

Il tema dei controlli sul Piano nazionale di ripresa e resilienza è tornato caldo nel dibattito pubblico italiano dopo la decisione di Palazzo Chigi di eliminare il controllo in corso d'opera da parte della Corte dei Conti. "I controlli sul Pnrr ci sono e verranno effettuati dall'Unione Europea alla conclusione con l'approvazione dei nostri progetti. Ma con alcune sagge proposte il nostro governo ha cercato di evitare la moltiplicazione dei controlli, che sarebbero serviti soltanto a paralizzare la gestione dei fondi. Il problema attuale è il controllo concomitante", ha commentato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri intervenendo ad Agorà su Rai3.

L'ex ministro di Forza Italia si è detto fiducioso sui controlli da parte di Bruxelles: "Sono certo porteranno all'approvazione dei nostri piani, che sicuramente hanno richiesto qualche giorno in più, necessari per una organizzazione migliore e più attenta". L'erogazione delle rate del Piano all'Italia è un tema discusso ormai da mesi, visti i ritardi e gli slittamenti dovuti ad alcuni dubbi sull'effettiva capacità dell'Italia di raggiungere gli obiettivi. Non è ancora chiaro, però, se le nuove indagini da parte dell'Ue riguardino il nostro Paese e, nello specifico, quali progetti.

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