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Allarme farmaci, quali sono quelli mancanti e perché le parafarmacie possono avere un ruolo decisivo

In un’intervista a Fanpage.it Davide Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, fa il punto sulla carenza di farmaci in Italia: “Non c’è al momento un’emergenza grave ma c’è un problema serio. È qualcosa di mai accaduto prima. Visto che è un problema di materie prime mancanti non è detto che possa risolversi facilmente nei prossimi mesi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il problema della carenza dei farmaci è stato affrontato ieri dal ministero della Salute con l'istituzione di un tavolo permanente sull'approvvigionamento dei medicinali, per controllare la disponibilità e affrontare il problema dell'eventuale carenza di alcuni prodotti. Secondo l'ultimo bollettino Aifa quelli mancanti sarebbero circa 3200.

Oggi il presidente dell'Aifa Giorgio Palù, ospite di Sky TG24 a Buongiorno, ha dato rassicurazioni sulla situazione farmaci in Italia: "La carenza è un dato oggettivo, ma l’Italia un passo avanti rispetto agli altri. Non esiste alcun allarme reale, anche perché c’è copertura fornita da medicinali equivalenti. Occorre comunque migliorare comunicazione tra medici e farmacisti". 

In questo quadro entrano in gioco anche le parafarmacie sparse in tutto il territorio. Dopo le farmacie, sono il secondo canale di distribuzione, per il momento autorizzato solo alla vendita dei farmaci da banco o di automedicazione (OTC) e di tutti i farmaci non soggetti a prescrizione medica (SOP).

Attraverso una rete di 5mila farmacisti, possono fornire risposte a quello che per il momento non è "un'emergenza grave ma un problema serio", secondo la definizione che Davide Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, ha dato a Fanpage.it. Le parafarmacie, grazie alla capacità di rifornirsi non solo presso le aziende leader, ma anche presso aziende minori che vendono gli equivalenti meno commerciali e meno conosciuti, riescono in molti casi a offrire soluzioni laddove alcuni medicinali dei grandi marchi risultino introvabili sul mercato. Così come accaduto durante l'emergenza Covid, quando le parafarmacie si adoperavano per reperire le mascherine, allo stesso modo in questo periodo il ruolo del secondo canale potrebbe diventare determinante.

È vero che in Italia non c'è un allarme reale perché c'è una copertura assicurata da medicinali equivalenti?

Sì è vero quello che dice il presidente dell'Aifa, mancano alcune referenze commerciali specifiche ma ci sono tanti equivalenti. Si riscontra già da alcuni mesi un problema nella produzione dell'ibuprofene e degli sciroppi per bambini. Però per esempio c'è carenza dello sciroppo Nurofen, che è sempre stato il farmaco principale, ma anche dei prodotti equivalenti, come l'Algidrin.

Come state affrontando questo problema nelle parafarmacie?

Nelle parafarmacie, così come nelle farmacie, ognuno si sta ingegnando per trovare delle alternative, cercando tra i grossisti, tra le aziende di seconda linea, o individuando un importatore parallelo dall'estero. Magari se manca il Nurofen suggerisci l'Ibuprofene 100 mg della Sandoz. In questi giorni stiamo osservando come l'esistenza delle parafarmacie risulti particolarmente utile, perché in molti casi siamo noi a suggerire un farmaco equivalente in mancanza dei più comuni antinfiammatori o degli antiacidi. Però in alcuni casi iniziano a mancare anche i farmaci alternativi.

Quali sono i farmaci mancanti?

Oltre all'Algidrin è mancato anche il Momentkid, la versione Angelini del farmaco a base del principio attivo Ibuprofene per bambini. Ma c'è anche carenza di Gaviscon e Gaviscon Advance, indicato per il trattamento dei sintomi legati al reflusso gastroesofageo. Mancano tachipirine, supposte per l'influenza, sciroppi per la tosse, cortisonici per l'aerosol. Ma abbiamo problemi anche con alcuni farmaci di fascia A, che sono a carico dal Servizio Sanitario Nazionale. Ad esempio io ho dovuto fare una ricerca per una neonata che soffre di attacchi epilettici, sono riuscito a reperire con grande difficoltà delle confezioni di Frisium che non erano state ancora vendute in una farmacia di Bologna. Si tratta di un farmaco specifico per le crisi epilettiche, al momento introvabile ovunque perché l'azienda non lo distribuisce. Ci stiamo accorgendo in generale che quando facciamo gli ordini ai grossisti i medicinali mancanti sono tanti, perché anche se un farmaco si riesce a reperire le scorte sono più basse. Magari si devono attendere più giorni prima di riceverlo dopo aver fatto l'ordine.

Si tratta di un problema che state riscontrando ovunque o in particolare nei centri più piccoli?

Si sta riscontrando dappertutto, anche nelle grandi città. Poi ovviamente nei centri più grandi si hanno più farmacie e più parafarmacie e si riesce a trovare un prodotto, perché magari ci sono scorte in magazzino.

A cosa è dovuta questa mancanza generalizzata?

Le cause sono tantissime. Ma soprattutto il motivo è che si è scelto di concentrare certe linee di produzione in alcuni Paesi, come la Cina: mancando un componente di un prodotto si impatta su tutta la catena di produzione. Per esempio tutta la vitamina C nel mondo proviene da industrie cinesi. E viene utilizzata dall'integratore al farmaco con Vitamina C. Se la Cina inizia ad avere problemi si blocca la produzione di diversi farmaci, di cui magari la Vitamina C è solo un componente.

È già accaduto in passato, in concomitanza con l'influenza stagionale?

È un fatto assolutamente inedito. Negli anni scorsi con l'influenza non c'è mai stata una carenza del genere. Solitamente in previsione dei picchi di influenza tutte le aziende programmano la produzione. Ad esempio io sto acquistando ora i solari per l'estate, sto prenotando 300 confezioni per la mia piccola parafarmacia di Mascali (Ct). Sei mesi fa ho prenotato 200 confezioni di Nurofen per l'inverno, perché mediamente è questo il numero di confezioni che vendo nel periodo invernale. In questo caso hanno giocato due fattori: un lieve aumento di richieste, dovuto anche al Covid; e le aziende invece di inviarmi 200 confezioni me ne hanno mandate 50.

C'è un problema di comunicazione tra medici e farmacie, per cui per esempio i medici di base stanno prescrivendo farmaci che non si trovano?

Non c'è questo problema. In passato è accaduto spessissimo che arrivassero ricette con prescrizioni di farmaci che non si trovavano, e c'è sempre stata una comunicazione tempestiva tra farmacista e medico, che poi ha puntualmente modificato la ricetta e sostituito il medicinale. Il medico di base si è sempre rapportato con la farmacia e la parafarmacia.

Non si può parlare quindi di un vero e proprio allarme farmaci in Italia in questo momento?

C'è un problema reale, perché per alcuni farmaci si riesce ancora a trovare a una soluzione, ma per altri farmaci specifici, come il prodotto per l'epilessia per la bimba neonata di cui parlavo prima, non ci sono le alternative. Non c'è al momento un'emergenza grave ma c'è un problema serio. È qualcosa di mai accaduto prima. Visto che è un problema di materie prime mancanti non è detto che possa risolversi facilmente nei prossimi mesi.

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