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Opinioni

Agli studenti oggi in piazza dico: lottiamo per un’istruzione totalmente gratuita per tutte e tutti

L’esponente del Partito Democratico lancia un messaggio agli studenti che hanno manifestato oggi in tutta Italia. “Nel nostro Paese è esplosa la questione giovanile Ovvero, l’assoluta e strutturale impossibilità per un numero sempre maggiore di giovani di potercela fare a vivere una vita degna, questa è la nostra priorità”.
A cura di Redazione
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Di Nicola Zingaretti

Fanno benissimo le ragazze e i ragazzi a scendere in piazza. I giovani che oggi manifestano in tutta Italia hanno scelto la strada democratica della partecipazione per sollevare uno dei temi principali per il futuro del nostro Paese: l’esplosione della questione giovanile. Ovvero, l’assoluta e strutturale impossibilità per un numero sempre maggiore di giovani di potercela fare a vivere una vita degna.

Nei primi atti del Governo è evidente la rimozione di questo tema, posto nel migliore dei casi come “invito alla competizione”. Praticamente nulla sulla scuola, sull’università, sulla ricerca, sull’innovazione, sulla sostenibilità. Ma si prevedono, invece, norme inutili e piene di pericoli, anche secondo l’autorevole parere di giuristi e avvocati, come quella sui rave party; modifiche della legge Fornero, i cui costi si scaricheranno sui lavoratori più giovani; regali osceni ai grandi evasori; misure per favorire il riciclaggio dei soldi sporchi e le mafie, innalzando in maniera folle il tetto al contante; riforme fiscali che aumentano le disuguaglianze come la flat tax, una misura che creerà altro debito o tagli alla scuola e agli altri servizi pubblici da scaricare soprattutto sulle nuove generazioni.

Eppure, ripeto, la gigantesca questione giovanile che indebolisce l’Italia dovrebbe essere il primo assillo di chi governa.

Negli ultimi abbiamo assistito alla crisi di un modello di sviluppo che ha generato un aumento insostenibile della precarietà e delle disuguaglianze che ha colpito principalmente i giovani. In moltissimi combattono e vincono, ma la crisi ha distrutto il sogno di milioni di giovani che immaginavano un futuro di benessere e di realizzazione, e invece si sono scontrati con un presente di povertà, precarietà e disoccupazione.

Non è un caso se il numero di italiani che scappano dal Paese supera quello degli stranieri che entrano, nonostante quest’ultima paia la principale preoccupazione della destra populista. Molti degli italiani che fuggono sono i giovani: tra minori e giovani tra i 18 e i 34 anni sono oltre 2 milioni quelli che vivono all’estero, nella maggior parte dei casi non per scelta ma perché costretti da scarse prospettive occupazionali e bassa mobilità sociale. L’Italia è il Paese dell’Ue con la più alta incidenza di giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano, non lavorano o non sono in un percorso di formazione: il 24%, oltre 3 milioni di giovani, ed è uno dei Paesi con la più bassa mobilità sociale. Oggi solo il 12% dei figli di genitori con la licenza media si laurea, contro il 75% di chi ha i genitori laureati. Nell’ultimo anno a causa della crisi economica e degli aumenti dei prezzi che hanno ridotto drasticamente il potere d’acquisto delle famiglie, in particolare di quelle più fragili sono diminuite nettamente le iscrizioni all’Università, un dato preoccupante soprattutto per un Paese come l’Italia che ha un netto ritardo rispetto agli altri Paesi europei sulla formazione universitaria. Le nascite sono al minimo storico e siamo il terzo Paese UE per dispersione scolastica. I giovani, in sostanza, sono insieme le principali vittime e la più importante opportunità che abbiamo.

Se non si agisce ora si rischia di condannare un’intera generazione alla marginalità ed è anche qui, in questa dolorosa assenza di risposte da parte dello Stato che si origina la grande domanda di speranza e di buona politica che arriva oggi forte e chiara dalle piazze italiane, dove tante ragazze e tanti ragazzi chiedono un maggiore impegno sui temi del diritto allo studio, della sostenibilità ambientale, del lavoro.

Non è più tempo di egoismo generazionale. Bisogna smettere di addossare sulle spalle delle generazioni future i problemi strutturali del Paese. Creando sempre più debiti, rischi ambientali, precariato. Mai come oggi abbiamo, anche grazie al PNRR, le risorse necessarie. Dobbiamo aumentare gli investimenti nell’istruzione portandoli al 5% del PIL, in particolare, per assumere nuovi docenti e personale amministrativo; per potenziare le infrastrutture tecnologiche e digitali delle scuole; per aumentare i posti asilo per i bambini da 0 a 6 anni. Una scuola di qualità, per tutti. Il Pd deve spingere sulla proposta della totale gratuità dei costi per la formazione, dall’asilo all’università. Mense, libri di testo, traporto pubblico tutto completamente gratuito per le famiglie con redditi medi e bassi, per ridurre le diseguaglianze di partenza e favorire un processo di apprendimento continuo.

Dobbiamo arginare il fenomeno della precarietà e creare più lavoro di qualità rafforzando le misure strutturali per favorire la transizione green e digitale delle imprese e sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione. Dobbiamo puntare sulla formazione continua e le politiche attive, che rivestono un ruolo centrale per creare lavoro e per dotare le persone delle competenze necessarie ad affrontare questi tempi nuovi.

La sostenibilità può essere la nostra bussola per lo sviluppo, la chiave in grado di mettere insieme tutela dell’ambiente, innovazione, valorizzazione delle risorse umane e naturali e rispetto dei diritti di uomini e donne.

Ecco un compito che la sinistra deve raccogliere, ma basta dire solo grazie e dare pacche sulle spalle. Per riaccendere la speranza serve coerenza. Dobbiamo raccogliere il grido delle ragazze e dei ragazzi in piazza e costruire un’agenda che risponda in maniera credibile e coraggiosa alle loro sollecitazioni. La destra è su un altro pianeta. Il Presidente Giorgia Meloni nella sua replica alle Camere ha detto che lo Stato deve offrire a tutti le opportunità di partecipare, ma poi sta ai giovani farcela. Ma la Costituzione non prevede questo. Nell’articolo 3 l’indicazione è chiara: la Repubblica rimuove gli ostacoli. Non si lascia nessuno indietro, anche so non ha talento, fortuna o merito. Due mondi contrapposti. Noi che crediamo davvero nella Costituzione ora dobbiamo dimostrarlo facendo nostre le battaglie di quelle piazze altrimenti non c’è congresso, costituente o chiacchiere che tengano.

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