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2 giugno, Meloni: “Non venite in piazza. Governo non aspetta altro che incolparci per suoi errori”

Giorgia Meloni chiede ai sostenitori di Fratelli d’Italia di non scendere in piazza per la manifestazione della Festa della Repubblica organizzata dal centrodestra. Sarà un’iniziativa simbolica: “Abbiamo scelto di manifestare in sicurezza perché non conosciamo ancora la curva dei contagi dopo la riapertura e perché non vogliamo dare alibi a un governo che non aspetta altro che poter scaricare la responsabilità dei suoi fallimenti su di noi”.
A cura di Annalisa Girardi
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Proseguono le polemiche sulla Festa della Repubblica e sulla manifestazione organizzata dal centrodestra, specialmente dopo un weekend in cui, tra i gilets arancioni a Milano e il corteo dell'estrema destra a Roma, troppe persone sono scese in piazza violando i divieti di assembramento, non rispettando le distanze di sicurezza e troppo spesso senza mascherina. Per questa ragione, Giorgia Meloni, che per prima aveva organizzato una manifestazione nella capitale aprendo poi a tutto il centrodestra, ha chiesto ai sostenitori del suo partito di non scendere in piazza domani, in modo da non "dare alcun alibi al governo per giustificare i suoi fallimenti".

In un video pubblicato su Facebook, la leader di Fratelli d'Italia afferma: "Domani, 2 giugno, saremo a Roma e in altre 100 piazze per dare voce all'Italia che non si arrende. Abbiamo scelto la Festa della Repubblica perché crediamo che non ci sia modo migliore di festeggiare la nostra Repubblica che rappresentare simbolicamente quei milioni di italiani che non ci stanno al racconto di un'Italia destinata al declino per colpa dell'emergenza coronavirus o delle scelte sbagliate del governo. Noi sogniamo una Repubblica di orgoglio, di libertà, di lavoro e sventoleremo la bandiere tricolori esattamente per questo". Per poi sottolineare: "Ma sono iniziative simboliche quelle di domani, non vi chiediamo di scendere in piazza con noi. Abbiamo scelto di manifestare in sicurezza perché non conosciamo ancora la curva dei contagi dopo la riapertura e perché non vogliamo dare alibi a un governo che non aspetta altro che poter scaricare la responsabilità dei suoi fallimenti su di noi".

Non ci dovranno essere assembramenti domani. Viene tutto rimandato a inizio luglio, data in cui Meloni ha intenzione di "riempire il Circo Massimo" per manifestare contro le iniziative del governo: "Vi chiederemo invece di scendere in piazza con noi il prossimo 4 luglio, quando insieme riempiremo il Circo Massimo con il nostro dissenso e le nostre speranza. Domani aiutateci condividendo le immagini delle manifestazioni che faremo. E vi aspettiamo in piazza il 4 luglio", conclude la deputata.

Anche ieri la leader di Fratelli d'Italia aveva protestato contro l'esecutivo in merito alla cerimonia prevista per il 2 giugno. Infatti, insieme al segretario della Lega, Matteo Salvini, Meloni aveva chiesto di deporre una corona di fiori all'Altare della Patria una volta terminata la manifestazione del centrodestra. Ma il governo ha detto no. E la notizia sarebbe trapelata alla stampa prima di giungere ai diretti interessati. "Qualcuno da Palazzo Chigi si è messo a chiamare tutti i giornalisti per raccontare che la richiesta era stata rifiutata perché la deposizione di fiori era considerata irrispettosa del Presidente della Repubblica che già la depone in rappresentanza di tutti. Quando i giornalisti avvertiti hanno cominciato a chiamarci noi non sapevamo nulla perché ancora attendevamo una risposta", ha scritto la deputata nelle sue pagine social.

Per poi attaccare: "Volevamo solo deporre una corona d'alloro in memoria del Milite Ignoto. Se in quel giorno non era possibile, o non era istituzionalmente rispettoso, bastava dirlo. Invece si è pensato che anche questo nostro gesto fosse un'occasione per fare propaganda contro di noi. Perciò lo staff del premier ha passato il pomeriggio a chiamare tutti i giornali per raccontare una versione che serviva a screditarci, senza che nessuno avesse mai parlato della questione con noi. Questi sono i metodi di Palazzo Chigi ai tempi della gestione Conte/Casalino. Nessun rispetto, nessuna lealtà, nessuna regola. Solo l'utilizzo estremo delle istituzioni come fossero uno zerbino. Vergogna".

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