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Pensione anticipata a rischio, i sindacati denunciano ritardi: “Siamo preoccupati, tempi lunghi”

“Siamo preoccupati per la tempistica: dopo l’ok del Consiglio di Stato serviranno le circolari applicative dell’Inps e tutto questo entro l’1 maggio”, spiega la Cgil, denunciando un possibile slittamento dell’entrata in vigore dell’Ape social.
A cura di Charlotte Matteini
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I sindacati sono sul piede di guerra e denunciano il ritardo accumulato dal governo nell'emanazione dei decreti attuativi relativi alla cosiddetta Ape Social, la pensione anticipata a carico dello Stato per determinate categorie di lavoratori introdotta con l'ultima legge di Bilancio. L'Ape social dovrebbe entrare in vigore dal prossimo primo maggio, ma stando ai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, che hanno richiesto un incontro urgente al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, al momento mancherebbero i decreti attuativi necessari a rendere la misura pienamente operativa e questo ritardo, sostengono i tre segretari, potrebbe ripercuotersi sui pensionandi che vedrebbero slittare ulteriormente l'accesso alla pensione anticipata. "Siamo preoccupati per la tempistica: dopo l'ok del Consiglio di Stato serviranno le circolari applicative dell'Inps e tutto questo entro l'1 maggio", ha spiegato il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, sostenuto dal segretario confederale Cisl Maurizio Petriccioli, anch'egli preoccupato dall'eventuale slittamento della scadenza. Molto più duro Domenico Proietti della Uil, che denuncia: "Sarebbe un errore gravissimo non assicurare l'entrata in vigore dell'Ape dell'1 maggio prossimo. Per questo abbiamo chiesto al governo di fare tutti i passi necessari per consentire l'entrata in vigore per tempo".

Nel frattempo, il governo sta studiando una proposta per inserire in uno dei decreti legge in discussione in parlamento una norma che conceda una franchigia di 12 mesi ai lavoratori che svolgono attività cosiddette usuranti per permettere loro di raggiungere più velocemente i requisiti per l'accesso alla pensione anticipata: la norma allo studio, accogliendo parzialmente le richieste dei sindacati, prevederà che gli ultimi 6 anni di attività continuativa richiesti, assieme ai 36 anni di contributi per poter accedere all'Ape social a carico di lavoratori che svolgano mansioni gravose, possano essere calcolati su 7 anni. I sindacati però si sono detti insoddisfatti dalla proposta, sostenendo che dodici mesi di franchigia sarebbero insufficienti.

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