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Paradise Papers, svelati gli affari e i conti segreti di politici e imprenditori

Svelati gli affari segreti di 120 politici di tutto il mondo, imprenditori, reali e istituti religiosi. Nei guai l’entourage di Trump, il premier canadese Trudeau e decine di aziende italiane.
A cura di Redazione
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Un "leak" di 1,4 TeraByte di dati è alla base della nuova inchiesta, condotta da 382 giornalisti di 96 testate in 67 Paesi, che porta alla luce gli affari nei paradisi fiscali di 120 politici di tutto il mondo, imprenditori, membri delle famiglie reali e istituti religiosi. Il lavoro dei giornalisti, presentato in Italia in esclusiva dalla trasmissione di RaiTre Report e da L'Espresso, svela i nomi dei clienti degli studi legali offshore Appleby e Asiaciti, oltre che i dati dei registri aziendali di 19 paesi, comunemente definiti come "paradisi fiscali".

I dati, che sono contenuti in 13 milioni di documenti acquisiti dalla testata tedesca Süddeutsche Zeitung e da ICIJ, il Consorzio internazionale di giornalisti investigativi, mostrano anche gli interessi di aziende italiane e di alcuni imprenditori che operano in settori strategici di enorme rilevanza. Il sistema che era emerso coi Panama Papers, che avevano mostrato (con un leak dallo studio Mossack Fonseca) gli affari di duecentomila società, fondazioni, trust e gruppi imprenditoriali con sede in 21 paradisi fiscali sparsi per il mondo, viene ora sistematizzato e analizzato nel dettaglio dai nuovi documenti. Qui è possibile consultare alcuni dei file resi pubblici.

Nei documenti emergono rapporti chiari fra il ministro al Commercio USA Ross, stretto collaboratore di Donald Trump, e personaggi legati a doppio filo al Cremlino. Ross, vanta una partecipazione azionaria nella società Navigator Gas, che avrebbe ricevuto 68 milioni di dollari dalla società Sibur, che vede fra i suoi principali azionisti Kirill Shamalov, genero di Putin.

Dubbi anche sul ruolo di Stephen Bronfman, collaboratore del premier canadese Trudeau, per il quale ha anche coordinato la raccolta fondi. La sua società, Claridge's, avrebbe fornito supporto a numerosi imprenditori per spostare milioni di dollari nei paradisi fiscali, sfuggendo al fisco canadese, a quello statunitense e a quello israeliano.

Tra i dossier che saranno pubblicati, anche quelli relativi agli investimenti nelle isole Cayman della Regina Elisabetta.

Bono e Madonna tra i clienti dello studio Appleby

Gran parte dell'inchiesta verte sui movimenti dello studio Appleby, che si occupa di gestire società offshore per conto di clienti da ogni parte del mondo. Come ha ricostruito L'Espresso, tra i clienti dello studio Appleby vi sono celebrità del calibro di Madonna e Bono, che detengono rispettivamente azioni di una società di forniture mediche e quote di una società registrata a Malta.

La Regina d'Inghilterra ha milioni di dollari in un fondo delle Cayman

L'Espresso rivela nei dettagli la ricostruzione circa gli investimenti della Regina d'Inghilterra nei paradisi fiscali. "Dai documenti riservati dello studio Appleby ora risulta che l'immobiliare The Duchy of Lancaster ha investito sette milioni e mezzo di dollari in un fondo delle isole Cayman", si legge, sottolineando che il fondo offshore si occupa dell'acquisto di società che operano in diversi settori. Buckingham Palace ha precisato come non sia stata violata alcuna norma e ha aggiunto che la Regina paga volontariamente le tasse sul fatturato della Duchy, anche se non sarebbe tenuta a farlo.

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