291 CONDIVISIONI

Padoan: “Sulle pensioni il governo ha fatto una cosa di sinistra, ora pensiamo ai giovani”

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan torna sul tema delle pensioni, definendo ciò che ha fatto il governo una “cosa di sinistra”. Ora – secondo Padoan – ci vuole impegno per chi è debole oggi ma anche per chi potrebbe essere debole domani, cioè i giovani”.
A cura di Stefano Rizzuti
291 CONDIVISIONI
Immagine

La trattativa sulle pensioni tra governo e sindacati si è parzialmente arenata con la netta contrarietà della Cgil, nonostante l’apprezzamento di Cisl e Uil verso le scelte del Consiglio dei ministri. Ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan torna a rivolgersi alle sigle sindacali rivendicando che quanto deciso dal governo sulle pensioni è stata “una cosa di sinistra”. In un’intervista a la Repubblica, Padoan ha spiegato: “La sostenibilità delle finanze pubbliche riguarda le generazioni future, che oggi sono più deboli”.

Secondo Padoan essere di sinistravuol dire cercare una crescita inclusiva e sostenibile, che sia condivisa con gli strati più deboli della società e duri nel tempo. Dunque, ci vuole impegno per chi è debole oggi ma anche per chi potrebbe essere debole domani, cioè le generazioni future”. Il fulcro del discorso del ministro dell’Economia sono proprio i giovani: “Mi limito a dire che la voce di spesa pubblica per le pensioni è quella che più è aumentata negli ultimi anni, mentre altre voci sono scese. Le pensioni non sono quelle che hanno sofferto di più mentre la disoccupazione giovanile resta troppo alta. Per i giovani bisogna fare di più, sempre di più”.

Sulla trattativa con i sindacati, Padoan parla di un andamento “positivo”: “Ora si va in Parlamento visto che si tratta di emendamenti alla legge di Bilancio”. “Mi rammarico – dice ancora rispetto alle decisioni delle sigle sindacali – che questa soluzione sia stata accolta solo da due sindacati su tre ma la spesa pensionistica è cruciale”.

Il ministro dell’Economia commenta anche la lettera ricevuta dalla Commissione Ue sulla manovra: “La Commissione riconosce le molte cose buone fatte dai governi di questi anni: le riforme, incluse quelle nel settore bancario, l'aumento della crescita potenziale, il miglioramento delle finanze pubbliche”. “A Bruxelles – aggiunge – temono che i risultati del 2018 non siano conformi alle nostre aspettative ma la divergenza si basa su stime diverse della crescita reale e nominale e sulla stima del potenziale che è controversa. Così com'è la legge di Bilancio può conseguire i risultati che ci siamo imposti”. Sulle previsioni per la fine dell’anno, Padoan sostiene che “già per quest’anno ci sono possibilità che le cose possano migliorare: penso che la crescita, alla fine, sarà superiore all’1,5%”.

291 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views