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Orge in chiesa, il vescovo sospende don Contin: “Mi ha chiamato anche papa Francesco”

Il vescovo Claudio Cipolla ha aperto una procedura disciplinare nei confronti del prete della parrocchia di San Lazzaro accusato di violenza privata e sfruttamento della prostituzione. Il monsignore ha detto di aver ricevuto una telefonata dal Papa: “Mi ha incoraggiato a essere forte”.
A cura di Susanna Picone
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Il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, ha aperto una procedura per la sospensione a divinis per don Andrea Contin, il sacerdote accusato di aver organizzato delle orge in canonica nella parrocchia di San Lazzaro. Don Contin, dopo la denuncia di una ex amante, è indagato per violenza privata e sfruttamento della prostituzione.  “Sono incredulo e sofferente – ha detto il vescovo – ma sto agendo perché anche se alla fine di questa vicenda non ci fosse rilevanza penale, canonicamente siamo in dovere di prendere dei provvedimenti disciplinari. Le conclusioni a cui sono arrivato mi fanno soffrire ma sono necessarie. Non sono provocate dal clamore mediatico ma da indagini dirette e dalla constatazione che questi fatti rendono don Contin non idoneo ad esercitare la sua missione”. Per questo motivo per don Andrea è stata aperta una procedura per la sospensione “a divinis” in attesa di approfondire questioni che potranno portare alla sua dimissione dalla vita clericale.

La decisione del vescovo dopo lo scandalo delle orge in canonica Il vescovo ha affermato che per far fronte a questa situazione ha messo a disposizione del tribunale ecclesiastico “più risorse per velocizzare le indagini preliminari e affrontare eventuali altri casi”. “Nell'arco di qualche settimana – ha aggiunto – istituirò una commissione indipendente per l'ascolto di osservazioni o denunce contro religiosi e operatori pastorali in genere e sarà attivata una linea telefonica e una mail dedicata attraverso la quale sarà possibile prendere degli appuntamenti personali. Ma come sempre se si tratta di reati con possibili rilievi penali invitiamo tutti a rivolgersi direttamente alla magistratura. La Chiesa non possiede gli strumenti idonei per intervenire in fatti penalmente rilevanti, noi possiamo dare il coraggio a chi fosse incerto”.

La telefonata di papa Francesco – Il vescovo di Padova ha anche rivelato di aver ricevuto nei giorni scorsi una telefonata da parte di papa Francesco che lo invitava a farsi forza. “In questi giorni sono state tante le attestazioni di vicinanza che vorrei condividere con tutti voi. Tra queste una con valore particolare per me. Sabato 28 alle 18.30 mi ha telefonato papa Francesco e mi ha incoraggiato a essere forte nel portare avanti questo doloroso e impegnativo momento della Chiesa padovana”. “Non provo rancore ma dispiacere e dolore – ha aggiunto il vescovo – e starei volentieri in silenzio come un padre di fronte ad figlio caduto in disgrazia ma stiamo lavorando per fare chiarezza comunicando con trasparenza tutto quello che è possibile comunicare. La Chiesa non coincide con questi sconvolgenti e scandalosi episodi che ci stano interessando. La nostra chiesa padovana sa di guardare i suoi mali nella misura in cui si apre e incontra chi ha bisogno”.

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