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Open Arms, Fratoianni (LeU): “Propaganda schifosa di Salvini, non si ferma davanti ai morti”

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, attacca il Viminale: “Mentre il governo fa una propaganda schifosa e inaccettabile, le partenze continuano, i naufragi aumentano in modo drammatico, e così sale il numero delle vite spezzate nel Mediterraneo. E questo avviene perché si vuole ostacolare il lavoro delle ong”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Le parole del ministro Salvini mostrano ancora una volta la vigliaccheria e la meschinità di questo governo, che non si ferma neanche davanti alle vittime. Il gioco del governo italiano è un gioco cinico, sulla vita di persone in carne e ossa, e deve finire subito. Bisogna che questo Paese torni ad aprire i porti e metta in condizioni di agibilità le persone che operano in mare. Se a Salvini non piacciono le ong allora faccia ripartire la missione Mare Nostrum, e ricrei un sistema di ricerca e salvataggio senza limiti nelle acque territoriali, che abbia sul serio la capacità di salvare vite", ha detto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e membro di Liberi e Uguali, contattato da Fanpage.it.

L'ong Proactiva Open Arms, salpata venerdì per una missione nel Mediterraneo ha denunciato il governo italiano e la Guardia costiera libica, colpevole di aver lasciato morire in mare un bambino e una donna. L'ong ha trovato i corpi accanto ai resti di un gommone: "Denunciamo l'omissione di soccorso in acque internazionali – ha scritto l'ong su Twitter pubblicando un video dell'intervento di soccorso – "e l'abbandono di una persona viva e i cadaveri di un bambino e una donna dalla presunta Guardia costiera libica, legittimata dall'Italia".

Il titolare del Viminale ha replicato, parlando di ‘bugie' e ‘insulti', che dimostrano invece quanto il governo italiano stia lavornado bene: "Ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull'immigrazione clandestina. Io tengo duro", ha ribadito il vicepremier, rilanciando l'hashtag ‘#portichiusi'. E la smentita della versione dell'ong è giunta anche da fonti del Viminale, secondo cui la risocstruzione della vicenda sarebbe una ‘fake news': "Nelle prossime ore verrà resa pubblica la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza".

Salvini si è difeso dicendo sostanzialmente che ridurre le partenze è l'unico modo di ridurre i morti.

"La verità è che mentre il governo fa una propaganda schifosa e inaccettabile, le partenze continuano, i naufragi aumentano in modo drammatico, e così sale il numero delle vite spezzate nel Mediterraneo. E questo avviene perché il governo ostacola il lavoro delle ong, cioè di coloro che in questi anni ha svolto un ruolo su supplenza di fronte all'assenza delle Istituzioni europee e italiane. Il governo sta di fatto limitando l'intervento delle ong e della Guardia costiera e assume un comportamento che nel concreto provoca altre vittime. Quando Salvini dice che ‘limiteranno le partenze', come soluzione al problema immigrazione, sta riconsegnando all'inferno libico persone che sono fuggite da guerra fame e disperazione, e che sono disposti, pur di scappare dai Paesi di provenienza, ad affrontare viaggi nei quali mettono in conto la possibilità, di non arrivare mai a destinazione. Di fronte a tutto questo il ministro degli Interni si è espresso ogi in modo vergognoso".

Siete in contatto con il vostro deputato Erasmo Palazzotto, che sta partecipando alla missione. Cosa è accaduto?

"Erasmo Palazzotto rimarrà a bordo dell'imbarcazione di Open Arms fino alla fine della missione, che ha una durata non prevedibile. Non è certo partito per turismo, e per questo io voglio ringraziarlo pubblicamente per quello che sta facendo, con tutte le difficoltà che affronta chi si trova a bordo di una nave che opera in quelle condizioni. Quello che sappiamo è ciò che ha visto l'equipaggio di Open Arms con i propri occhi, e cioè il modo in cui la Guardia costiera libica recupera i migranti: una modalità che nulla ha a che vedere con i salvataggi. Salvini continua ad avere rapporti con loro e continua a chiedere quello che non può avere, cioè che l'Europa riconosca la Libia come un ‘porto sicuro'. Quando tutti sanno che quel Paese, per condizioni oggettive, non può essere ritenuto un luogo in cui vengono rispettati gli elementari diritti umani. E dunque non si può pensare di rimandare indietro chi è partito da lì anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari".

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