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Omicidio Yara Gambirasio: Bossetti resta in carcere

Il Gip Ezia Maccora ha bocciato l’istanza di scarcerazione presentata ieri dall’avvocato del presunto assassino di Yara Gambirasio. Massimo Giuseppe Bossetti, arrestato lo scorso 16 giugno, resta dunque in carcere.
A cura di Susanna Picone
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Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore 44enne di Mapello accusato di essere l’assassino della piccola Yara Gambirasio, non uscirà dal carcere. Ha preso la sua decisione il Gip di Bergamo Ezia Maccora, chiamata a pronunciarsi sul’istanza di scarcerazione presentata ieri dall’avvocato Claudio Salvagni, difensore dell’unico indagato per il delitto della 13enne di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre del 2010 e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo abbandonato a Chignolo d’Isola. Già in passato il giudice aveva respinto una prima istanza di scarcerazione per Bossetti presentata dai suoi difensori. Massimo Giuseppe Bossetti, arrestato lo scorso 16 giugno, resta dunque detenuto. Secondo quanto apprende l'AdnKronos sussistono ancora le esigenze cautelari per lasciare il 44enne muratore dietro le sbarre del carcere di Bergamo.

La richiesta di scarcerazione dell'avvocato di Massimo Giuseppe Bossetti

Questa volta, nella sua richiesta di scarcerazione, l’avvocato Claudio Salvagni aveva fatto riferimento ai dubbi relativi alla recente relazione del consulente della Procura Carlo Previderè, relazione che evidenzia come nessuna delle tracce pilifere trovate sul corpo di Yara presenti il Dna di Massimo Giuseppe Bossetti. Inoltre il legale aveva ritenuto un fatto “nuovo e importante” il fatto che il pm Letizia Ruggeri non avesse chiesto il giudizio immediato entro il termine di 180 giorni dall'arresto, nonostante la Procura sostiene di avere un quadro indiziario sufficiente. Secondo l'avvocato, l'accusa avrebbe l'obbligo di formulare la richiesta, salvo che questa pregiudichi gravemente le indagini. “Se il quadro è esaustivo – così l’avvocato di Bossetti – si deve chiedere il giudizio immediato e il fatto che non sia accaduto dimostra l'inconsistenza degli indizi in mano alla Procura”.

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